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venerdì 10 febbraio 2012

DUCATO, FOTO DI BOTTEGA

Onofrio Ducato all'opera nella sua bottega di via del Cavaliere, a Bagheria. L'artigiano fu uno degli esponenti più attivi della famiglia di pittori di carretti, il cui capostipite - a partire dal 1893 - fu il padre, Michele Ducato.
La morte, il 4 febbraio, dell'ultimo dei fratelli - Peppino - ha spinto REPORTAGESICILIA a riproporre alcune fotografie di Onofrio Ducato realizzate da Paolo Di Salvo e pubblicate nel libro 'Due ruote',
edito da Eugenio Maria Falcone nel 2007

Uno dei libri più belli in mio possesso di cose e di persone della Sicilia è ‘Due ruote’, un saggio pubblicato da Eugenio Maria Falcone http://www.falconeriuniti.it/  nell’aprile del 2007. E’ un lavoro che racconta l’arte del carretto isolano a Bagheria, grazie alle splendide fotografie in bianco e nero realizzate una trentina di anni fa da Paolo Di Salvo.

Onofrio Ducato all'opera su una carta da ricalco dei disegni sulla sponda di un carretto,
in questo caso raffiguranti una scena cavalleresca.
 I soggetti erano tratti dai cartelloni dei pupari, dagli acquarelli ottocenteschi raffiguranti paladini o dalle illustrazioni dei romanzi cavallereschi pubblicati a dispense su riviste siciliane del tempo 

Fotografo ‘dilettante’, Di Salvo – già accreditato del ruolo di ‘fotografo di scena’ nel documentario ‘Il carretto’, realizzato da un giovane Peppuccio Tornatore - scelse di ritrarre gli anziani maestri artigiani bagheresi nelle loro botteghe: il maniscalco Giuseppe Sottile, il carradore Giovanni Accomando, l’intagliatore Peppino Gagliardo ed il pittore Onofrio Ducato.

L'obiettivo di Di Salvo, scriveva nella prefazione del saggio 'Due ruote',
 Dora Favatella Lo Cascio, "assume il ruolo di difensore della qualità e della dignità del mestiere..."  

Quest’ultimo ha fatto parte di una famiglia di pittori di carretti attiva a Bagheria dal 1893, grazie all’arte di Michele Ducato, poi tramandata ai figli Giovanni, Minico, Onofrio e Peppino; la loro fu un’arte vera, capace pure di formare Renato Guttuso, che secondo una tradizione orale mai comprovata esercitò la sua prima pittura sui ‘masciddari’ e sui ‘tavulazzi’ dei carretti decorati dai Ducato.

Spiega Antonino Buttitta in 'Due ruote', che il lavoro di pitturazione dei Ducato prevedeva una tecnica "apparentemente elementare. Si cominciava col dipingere,seguendo la traccia del ricalco, le parti dei personaggi e della scena in rosso, poi quelle in giallo, e così via di seguito, fino a quando, apposti i colori di tutta la figurazione, venivano definiti in nero i contorni dei personaggi e del paesaggio.
Alla fine, una volta secche le tinte, la raffigurazione veniva resa più brillante con una mano di vernice incolore..." 

Proprio Peppino – l’ultimo dei fratelli ancora in vita - è morto qualche giorno fa http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/02/05/news/addio_a_ducato_l_ultimo_pittore_di_carretti_siciliani-29367433/. La sua scomparsa rappresenta la perdita di un altro pezzo di storia dell’arte popolare siciliana, basata su un estro artigianale e su conoscenze tecniche oggi sempre più destinate ad essere cancellate dalla memoria culturale dell’isola.

Lo scatto di Di Salvo all'interno della bottega di Onofrio Ducato è il frutto di una straordinaria inquadratura che - scrive ancora Dora Favatella Lo Cascio - "ci viene restituita da sfumature chiaroscurali
che suggeriscono la profondità dell'ambiente" 

Leggendo la notizia della morte dell’ultimo dei fratelli Ducato, ho pensato di postare su REPORTAGESICILIA alcune di quelle fotografie scattate da Paolo Di Salvo nella bottega bagherese di Onofrio, in via del Cavaliere: attraverso il bianco e nero di queste immagini – scriveva allora Dora Favatella Lo Cascio nella prefazione di ‘Due ruote’ – “l’obiettivo assume il ruolo di difensore della qualità e della dignità del mestiere… mentre la luce è intensamente raccolta sulla magia del lavoro che si viene sostanziando. Le immagini, per lungo tempo conservate, di Paolo Di Salvo ci restituiscono un’altra tessera di quel mosaico che è la nostra vita” 

"E' certo che il carretto decorato, dipinto e scolpito dai fratelli Ducato era un mezzo più lento, ma quanto più fantasioso e ricco e allegro. Vi era poi la parziale leggenda - scrive Natale Tedesco - che alla scuola del grande pittore di carretti Michele Ducato avesse fatto le sue prime prove Renato Guttuso, un artista ed un compagno a cui ispirarsi in quegli anni..."

    


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