Col passare dei decenni, le bancarelle che
apparecchiano su coloratissimi piatti in ceramica i polpi da poco bolliti sono
diventate rarissime, e limitate a borgate marinare come Mondello, Sferracavallo
ed Aspra.
Non era così sino a qualche decennio fa, quando ancora agli angoli delle strade dei mercati popolari delle città costiere era possibile incontrare il poliparo
con la sua pentola fumante di molluschi pescati lungo le coste siciliane.
Una sagace descrizione del rapporto fra “u purpu” e
palermitani si può leggere in un reportage di Ermanno Biagini sui mercati
cittadini pubblicato nel luglio del 1938 su ‘le Vie d’Italia’ del TCI.
“E’ un genere che ha innumerevoli adoratori – scriveva
Biagini – non soltanto fra la gente della classe popolare, ma anche di quella
agiata. Vi sono impiegati, professionisti ed anche dei possidenti che ogni
tanto sentono il bisogno di fare una scorpacciata col “purpu”, quasi per
tornare a collaudare l’efficienza del loro stomaco; giacchè il polpo – come si
sa – è un cibo assai difficilmente digeribile. Ed è con questa scusa che viene
sorbita anche una buona dose di “sangue di racina”, cioè di vino, per finir di
annegare la tenace bestia… nel caso non fosse ancora ben morta nel tegame! Il
commerciante di “purpi” si tiene vicino alle osterie, per la ragione che
abbiamo detta…”
Quasi del tutto scomparsi i polipari - a differenza dei polpi, tuttora fortunatamente numerosi nei fondali dell’isola – ReportageSicilia ripropone qualche immagine sul tema “polipari-polpi” ed una ricetta – la prima mai scritta in questo blog - per la preparazione della classica insalata del mollusco; il testo è tratto dal volume “Le vie del mare”, edito nel 2008 dalla Regione Siciliana:
Quasi del tutto scomparsi i polipari - a differenza dei polpi, tuttora fortunatamente numerosi nei fondali dell’isola – ReportageSicilia ripropone qualche immagine sul tema “polipari-polpi” ed una ricetta – la prima mai scritta in questo blog - per la preparazione della classica insalata del mollusco; il testo è tratto dal volume “Le vie del mare”, edito nel 2008 dalla Regione Siciliana:
“Lessare per circa 15 minuti due polpi di circa 500
grammi ciascuno già puliti in abbondante acqua salata, immergendoli sino alla
testa e con l’aggiunta di una manciata di pepe macerato grosso. Spegnere il
fuoco e fare riposare il polpo dentro l’acqua per altri 20 minuti; poi estrarlo
dalla pentola, lasciare raffreddare sotto l’acqua fredda completamente;
staccare le teste e tagliare i tentacoli a secondo della loro dimensione.
Condire con tre costole di sedano a pezzetti, un trito di aglio e un mazzetto
di prezzemolo e una spolverata di pepe nero. Irrorate tutto con un’emulsione di
olio e limone e fate insaporire per qualche minuto prima di servire”.
C'è un profumo che si mescola a quello del polipo e del limone ed è quella della pomelia che accompagnava le mangiate di polipo a Mondello :-)
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