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giovedì 15 maggio 2014

LA PASTORALE SOLITUDINE DI ENNA

In tre fotografie pubblicate nel 1930 nell'opera "En Sicile" di Gabriel Faure la visione rurale di una città ancora legata alle descrizioni ottocentesche


"La sera Don Filippo ( qui tutti chiamano Don ) ci accompagnò ad una corsa di cavalli, dove potemmo vedere la maggior parte della popolazione cittadina. Le donne vi accorsero in gran numero, se non in gran bellezza: il loro costume non aveva nulla di notevole; quello degli uomini era singolarmente brutto.
Consisteva in una giacchetta corta, pantaloni e ghette di rozza tela di Frisia nera, un panciotto bianco e un berretto di cotone che in Inghilterra chiameremmo berretto da notte, e sandali fatti di pelle d'animale con i peli ancora attaccati...".
Con queste notazioni di costume, nel 1850 il marchese irlandese di Ormonde John Butler descrisse gli abitanti di Castrogiovanni - allora il nome di Enna - nell'opera "An autumn in Sicily"


Butler è ricordato come uno dei non frequenti visitatori stranieri di Enna del passato; le immagini della città riproposte da ReportageSicilia le restituiscono un volto non molto dissimile da quello osservato dal nobile irlandese.
Gli scatti sono tratti dall'opera di Gabriel Faure "En Sicile", edita nel 1930 da B.Arthaud a Grenoble.


Appena tre dopo la pubblicazione di queste fotografie, Giuseppe Antonio Borgese avrebbe così scritto di Enna:
"Nella parte interna ( della Sicilia ), solitudini pastorali; città, borghi severi incastellati su picchi, su crinali di monti, anche a mille metri sul mare, anche più in alto; Enna, acrocoro dell'Isola, ricorda il mistero orfico di Proserpina rapita e ridata; le primavere esplodono con fioriture selvagge".  
    

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