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martedì 19 luglio 2016

SEMENZARI ED ALTRI AMBULANTI DEL FESTINO

Un "semenzaro" dietro la sua bancarella
di semi e dolciumi nei giorni del Festino di Santa Rosalia.
Le fotografie del post sono di ReportageSicilia

Spingendo carrettini costruiti con l'ingegno dell'improvvisazione, c'è chi grida con ironia e con la promessa di trasparenza commerciale "pollanche, belle sono le pollanche: un euro, una pollanca"; e chi urla invece in faccia ad uno stranito turista inglese "mandorle: no dure, no dure", portando alla bocca indice e pollice e mimando il morso dei frutti ancora ricoperti dalla buccia verdolina. 


I venditori di mandorle

Poco distante, l'erede di generazioni palermitane di "semenzari" vende coppi di "càlia" ( ceci tostati ), "favi caliati" ( fave abbrustolite ), "nuciddi" ( nocciole ) e altre chincaglierie dolciarie, dall'aspetto e dai sapori antichi.


La grande pentola di "pannocchie o pollanche"

Dinanzi la Cattedrale, intanto, lo storico chiosco di bibite e gelati è il punto di ritrovo di avventori che lungo corso Vittorio Emanuele attendono l'arrivo del carro di Santa Rosalia, ancora fermo poco dopo Porta Nuova; la donna che serve i clienti - occhi scuri e sguardo che fissa severo il fotografo - ha acconciato la nerissima capigliatura con una coroncina che ricorda la secolare iconografia della "Santuzza".


Venditrice nel chiosco di bibite
dinanzi la Cattedrale

Così, in uno spazio compreso fra l'angolo meridionale di villa Bonanno e l'incrocio con la via Matteo Bonello, l'ultimo Festino di Santa Rosalia ha riproposto le figure dei venditori ambulanti che da 391 anni fanno parte a pieno titolo - insieme al carro ed ai figuranti - dell'ambientazione di questo evento popolar-religioso.
La presenza di questi ambulanti, infine, è il segno sia pure colorito dell'antica arte di arrangiarsi che garantisce ancor oggi il sostentamento di migliaia di famiglie palermitane: "miracoli" di vita quotidiana ai margini dei fasti nei giorni del Festino.




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