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venerdì 30 dicembre 2016

IL RIPOSO INVERNALE DI UNA BOA DI MONDELLO


Ci sono luoghi, personaggi ed oggetti che fanno parte del DNA di un certo tipo di palermitani.
Gran parte di loro fanno di Mondello un preciso luogo identitario, da esibire con gli smartphone agli amici "continentali" nei suoi colori da cartolina, in pieno inverno o in certi giorni di primavera che già invitano ad un primo bagno stagionale.
Oggetti imprescindibili del vissuto mondellano sono poi le boe in ferro che in estate delimitano l'accesso sotto costa di barche e gommoni; ogni anno - da molti decenni - vengono ridipinte in bianco e rosso a ricoprire, strato dopo strato, le incrostazioni marine e le bolle rugginose.
Per tre mesi - il periodo balneare durante il quale la spiaggia diventa proprietà della Società Italo-Belga ( una famiglia palermitana detentrice di una secolare concessione ) - le boe di Mondello diventano così la meta agognata dei bagni dei nuotatori più determinati.
Poi - da settembre a maggio - sganciate le catene dai blocchi in cemento posizionati sul fondo sabbioso, questi vetusti segnalatori natatori riposano sulle terrazze in cemento dell'antico stabilimento balneare ( per i palermitani, "il Charleston" ).  
"Ho fatto un bagno alla boa", diventa quindi l'espressione di orgoglio che di tanto in tanto si raccoglie fra i 'cortili' delle cabine: vero o falso che sia, il senso di appagamento suscitato dal solo pensiero di quella lunga nuotata fa anch'esso parte del DNA di tanti palermitani.

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