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mercoledì 18 luglio 2018

L'OTTOCENTESCO SCRIGNO DEL CIRCOLO DI CONVERSAZIONE A RAGUSA IBLA

Riposo dopo il tramonto estivo
di un socio del Circolo di Conversazione,
a Ragusa Ibla.

Fotografie di ReportageSicilia
"Le ampie sale come neri antri, i divani accostati alle pareti non ospitano nessuno... uno spazio adatto a ospitare il vuoto, il niente, uno spazio bellissimo, incantato..."

Così, nel 1984, Enzo Siciliano descrisse il metafisico aspetto del Circolo di Conversazione di Ragusa Ibla, costruito in forme doriche-romane nel 1830 con l'intento di diventare esclusivo luogo di incontro fra notabili e aristocratici locali.
Ancora oggi, il Circolo - con il suo fregio scultoreo dell'aquila aragonese affiancata da leoni - è un edificio riservato a poche decine di soci.


Tutti gli altri - ragusani senza blasone e turisti - possono solo occhieggiare dalla strada le sfarzose sale interne: vi si scorgono ambienti che sono sopravvissuti intatti al trascorrere di oltre un secolo e mezzo di storia.
Si intravedono così i divani in damasco rosso, gli specchi con le cornici dorate, i lucidissimi pavimenti marmorei, i soffitti affrescati ed un florido giardino interno.




Il luogo - magnificamente incastonato su un angolo della scenografica piazza Duomo - ha finito con l'attirare in passato troupe cinematografiche e televisive ( "Divorzio all'italiana", "Gente di rispetto", "Giovannino", "Il commissario Montalbano" ).
Oggi, il Circolo di Conversazione di Ragusa Ibla continua ad essere un esclusivo scrigno che riunisce gli ultimi esponenti di famiglie un tempo proprietarie di fortune principesche e di prestigio sociale.
Qui, ha scritto Giuseppe Fava nel 1980, i soci del Circolo sembrano incontrarsi per perpetuare ancora il "ciclo di una storia tragica, feroce e fantastica".   
    

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