Scorci di Ragusa Ibla. Le fotografie sono di ReportageSicilia |
Uno di questi è stato Guido Piovene, lo scrittore e giornalista vicentino autore nel 1957 della sua opera più nota: "Viaggio in Italia" ( Arnoldo Mondadori Editore ).
La pagina di Piovene assegnò alla parte più antica di Ragusa un forte valore evocativo relativo al ruolo dell'aristocrazia locale, capace di cristallizzare nell'estro del barocco la secolare storia dei propri privilegi:
"La città si presenta come un immenso presepio; chiusa tra due valli scoscese, qui denominate cave, è anche divisa in due parti da un'altra valle simile ad un burrone.
Una è la parte più moderna, dove si svolgono gli affari; l'altra, Ragusa Ibla, più aristocratica, è come sovrastata dalla cupola di San Giorgio.
Ragusa Ibla contiene il maggior numero di palazzi e di chiese; in un club, in palazzi, alcuni dei quali conservano la fastosa mobilia siciliana di un tempo, sopravvive in semiritiro di quella che fu la nobiltà terriera.
Le vie di Ragusa Ibla, anche più di quelle di Noto, emanavano ricordi di vita aristocratica ridotta a uno stato spettrale.
Poco della Ragusa anteriore al barocco fu lasciato dai terremoti, per esempio nella graziosa chiesa di Santa Maria delle Scale.
Noi, viaggiatori d'oggi, troviamo incantevole il contrappunto di queste città barocche, tra Siracusa da una parte, e Gela e Agrigento dall'altra, in una terra dedicata alla grande arte greca.
Gli intermezzi barocchi portano una nota estrosa, un respiro, una breve fuga dal sublime al capriccioso; il caso e i terremoti, provocando queste varianti, sono stati grandi registi.
La piazza del Duomo di Ragusa Ibla è inclinata, lunghissima in proporzione alla lunghezza, decorata di palme; San Giorgio, che si leva in fondo sopra una scalinata, può far pensare a una chiesa ortodossa.
Una è la parte più moderna, dove si svolgono gli affari; l'altra, Ragusa Ibla, più aristocratica, è come sovrastata dalla cupola di San Giorgio.
Ragusa Ibla contiene il maggior numero di palazzi e di chiese; in un club, in palazzi, alcuni dei quali conservano la fastosa mobilia siciliana di un tempo, sopravvive in semiritiro di quella che fu la nobiltà terriera.
Le vie di Ragusa Ibla, anche più di quelle di Noto, emanavano ricordi di vita aristocratica ridotta a uno stato spettrale.
Poco della Ragusa anteriore al barocco fu lasciato dai terremoti, per esempio nella graziosa chiesa di Santa Maria delle Scale.
Noi, viaggiatori d'oggi, troviamo incantevole il contrappunto di queste città barocche, tra Siracusa da una parte, e Gela e Agrigento dall'altra, in una terra dedicata alla grande arte greca.
Gli intermezzi barocchi portano una nota estrosa, un respiro, una breve fuga dal sublime al capriccioso; il caso e i terremoti, provocando queste varianti, sono stati grandi registi.
La piazza del Duomo di Ragusa Ibla è inclinata, lunghissima in proporzione alla lunghezza, decorata di palme; San Giorgio, che si leva in fondo sopra una scalinata, può far pensare a una chiesa ortodossa.
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