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sabato 9 febbraio 2019

L'ATTESA DEL PESCHERECCIO A SCIACCA

 Foto del post ReportageSicilia 

Il porto di Sciacca ha una lunga banchina che taglia in due un mare dalle tonalità azzurrine.
Da qui - verso terra - si può ammirare l'anfiteatro di edifici che si arrampicano l'uno sull'altro, ricordando vagamente il calligrafico disegno delle casette delle cartoline di certe isole greche.
Diversamente da quanto accade in altri porti siciliani, a Sciacca molti pescherecci rientrano a terra in tarda mattinata, con il loro carico di sardine, triglie, gamberi ed ogni altro tipo di pescato.





Così, quando il "Fantastico II" sta per rientrare verso la banchina - inseguito dal solito chiassoso mulinello di gabbiani - un gruppetto di persone lo attende, seguendone in silenzio le veloci manovre d'attracco.
Non appena un componente dell'equipaggio fissa la gomena alla bitta - operazione agile e rapidissima - qualcuno già poggia sulla banchina le cassette traboccanti di pesce.
Mentre a bordo due pescatori accatastano centinaia di luccicanti sardine nei contenitori di polistirolo, le persone che aspettavano l'attracco del peschereccio guardano con attenzione il contenuto delle cassette.



Si riconoscono i clienti abituali - ristoratori e piccoli grossisti, nelle cui mani finisce buona parte del pescato - dagli avventori occasionali, disposti ad accontentarsi di ciò che rimarrà invenduto.
Intorno a loro, c'è un buon numero di semplici curiosi, affascinati dalla lucentezza dei polpi ancora vivi e dai palpitanti guizzi dei pesci boccheggianti.
La discussione del prezzo con il comandante della ciurma è un fatto di esperienza e di familiarità con l'arte della contrattazione; e in una ventina di minuti, tutte la cassette hanno trovato un'acquirente.






Anche chi non è riuscito a tirare troppo sul prezzo, ritorna però a casa con la soddisfazione di avere acquistato del pesce fresco, gratificando la fatica di chi dal mare trae la quotidiana fonte del suo sostentamento.     

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