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sabato 9 marzo 2019

SICILIA, L'ISOLA DELLA "STORIA CUMULATIVA"

Fiera degli ovini a San Giovanni Li Greci.
Le fotografie del post sono di Enzo Brai
e sono tratte da "Caccamo, mestieri e lavoro contadino",
opera citata
"L'essere al centro di un'area che è stata una dei fondamentali poli di formazione e sviluppo della civiltà - ha scritto Antonino Buttitta nell'introduzione al saggio di Mario Giacomarra "Caccamo, mestieri e lavoro contadino" ( Cassa Rurale ed Artigiana "San Giorgio", 1988 ) - le molteplicità di culture che per conseguenza ne hanno scandito le vicende storiche, hanno fatto della Sicilia l'isola del mondo.
Nessun luogo quasi certamente ha visto tanti popoli e di cultura tanto diversa.
Nessun paesaggio agrario, contestualmente alla presenza di questi popoli, ai loro bisogni ed ai loro commerci, ha conosciuto così radicali trasformazioni.
Il grano, l'ulivo, la vite, il mandorlo, la canna da zucchero, il frassino, il pistacchio, il cotone, e così via, non hanno mai registrato una presenza costante, ma la loro coltivazione ha oscillato nei diversi periodi.

Trasporto sull'aia dei covoni di grano,
autore citato
Il caso della vite è esemplare: presente nell'antichità, quasi del tutto scomparsa, per ovvie ragioni, in età musulmana, intensamente coltivata nell'Ottocento, grazie soprattutto al successo del Marsala, nuovamente ridotta ai primi del Novecento a causa anche della fillossera, ritornata in auge oggi per il successo incontrato dalla diffusa industrializzazione del prodotto.
Ciò che ha caratterizzato il corso delle vicende storiche dell'Isola, e che di fatto ne ha tessuto la complessa identità, non é comunque solo il notevole mutamento etnico ed economico, ma anche il fatto che parallelamente ad esso, in vasti ambiti, sia orizzontalmente che verticalmente, si sono venuti manifestando consistenti fenomeni di permanenza.
Più che di una storia evolutiva il caso siciliano è quello di una storia cumulativa.

Manufatti del bastaio,
autore citato
I nuovi popoli e per conseguenza le nuove culture, costumi, tecniche, linguaggi, non hanno mai completamente sostituito quelli precedenti, ma a essi si sono venuti a sovrapporre, depositandosi in livelli per certi aspetti impermeabili per altri attraversati da processi osmotici.
Da qui una realtà fortemente stratificata e articolata tanto economicamente quanto socialmente e culturalmente, dove il rischio dello scontro e della discrasia è stato evitato dalla accettazione della diversità, che ha finito per essere avvertita come elemento costitutivo della norma esistenziale e non come una sua violazione..." 

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