Caltagirone. Le fotografie del post sono di Leonardo Sciascia e sono tratte dal catalogo "Leonardo Sciascia. Sulla fotografia", opera citata |
Per volontà della famiglia, gli archivi privati di Leonardo Sciascia hanno resa pubblica la passione dello scrittore e saggista per la fotografia, testimoniata dalla mostra inaugurata sabato scorso a Racalmuto dalla "Fondazione Sciascia".
La rassegna propone 27 scatti che l'autore realizzò durante i suoi viaggi in Sicilia e lontano dall'Isola, da solo o con la famiglia.
La mostra ( visitabile sino al 21 febbraio del 2021 ) segna l'inizio delle manifestazioni per ricordare il centenario dalla nascita di Sciascia.
Curato dal critico, storico e saggista Diego Mormorio, l'allestimento racconta l'attenzione dello scrittore anche per la vita quotidiana del suo paese.
Vi si scorgono i giochi di strada dei ragazzini, un pecoraio che vende casa per casa il latte, mungendo la capra sulla soglia delle abitazioni; visione - quest'ultima - che rimanda alla raccolta sciasciana di modi di dire e comportamenti della civiltà rurale di "Occhio di capra".
Davanti a una casa, opera citata |
Nella prefazione al catalogo della mostra ( "Leonardo Sciascia fotografo", Mimesis / Sguardi e Visioni, Sesto San Giovanni, 2020 ) Mormorio scrive:
"Alla fine degli anni Settanta, a ridosso di quello che per alcuni di noi era stato un anno fatidico, il 1977, cominciai ad occuparmi di fotografia per alcuni giornali dell'estrema sinistra. Una domanda mi veniva continuamente in mente: in che modo la fotografia può contribuire alla verità e alla lotta politica?
Era quasi un assillo, e durò fino al 1982, fino a quando cioè lessi la prefazione di Sciascia al libro 'Capuana, Verga, De Roberto fotografi' dell'amico Andrea Nemiz:
'Cosa è la fotografia' - scriveva Sciascia - 'se non verità momentanea, verità che contraddice altre verità di altri momenti?'.
La frase non poteva non finire in una delle discussioni del 'Gruppo libertario di controinformazione fotografica' che avevamo costituito.
Normalmente, si sentiva dire che la fotografica dice la verità. E la cosa non mi piaceva. Quale verità?
Nonostante tutti gli appelli gli anni passati, ricordo quasi perfettamente ogni parola che ci siamo detti in una saletta di Radio Città Futura, in piazza Vittorio a Roma.
Sciascia aveva ragione, la fotografia è verità momentanea e, soprattutto, 'verità che contraddice altre verità in altri momenti'. In questo senso poteva essere la nostra verità contrapposta a quella dei giornali che rappresentano gli interessi del potere.
Nonostante tutta l'acqua passata e le disillusioni, la frase rimane indimenticabile. Spesso mi trovo ad associarla a un brano del 'Gattopardo':
'In nessun luogo quanto in Sicilia la verità ha vita breve: il fatto è avvenuto da cinque minuti e di già il suo nocciolo genuino è scomparso, camuffato, abbellito, sfigurato, oppresso, annientato dalla fantasia e dagli interessi; il pudore, la paura, la generosità, il malanimo, l'opportunismo, la carità, tutte le passioni - le buone quanto le cattive - si precipitano sul fatto e lo fanno a brani; in breve è scomparso'.
Così, un giorno che venne chiesto come mai la Sicilia ha avuto così tanti importanti fotografi, risposi - e ne sono ancora convinto - che molti siciliani sentono un particolare bisogno di verità, perché, in questo nostro posto, come dice Tomasi di Lampedusa, la verità sembra non esistere"
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