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lunedì 27 settembre 2021

IL DIFFICILE RECUPERO DELLE BARCHE DELLA TONNARA DI BONAGIA

Antonio Vivona
al lavoro a Bonagia.
Le foto del post,
ad eccezione di quella che segue,
sono di Ernesto Oliva-ReportageSicilia


Antonio Vivona, nato e cresciuto a Castellammare del Golfo, è uno degli ultimi "maestri d'ascia" della provincia di Trapani. Da qualche giorno, sta guidando il difficile lavoro di recupero di quattro imbarcazioni della storica tonnara di Bonagia: tre "parascarmi" ed una "varca signale" - le prime utilizzate per il trasporto dei tonnaroti, delle ancore e delle attrezzature per la pesca, l'ultima per segnalare ad altre barche la presenza delle reti in mare - tutte abbandonate sulla scogliera da un quarantennio. La rovina va avanti dal 1979, anno in cui la tonnara di Bonagia, già documentata nel 1272, diede vita per l'ultima volta all'attività di pesca dei tonni. Il sole, l'acqua piovana e i vandalismi dell'uomo hanno ridotto queste imbarcazioni - che necessitavano all'epoca del loro uso di una costante manutenzione - a scheletri lignei scomposti: uno sfascio strutturale cui sarà impossibile porre completo rimedio.

Foto concessa
da Peppe Aiello





I lavori che dovranno recuperare ciò che si può ancora salvare delle imbarcazioni della tonnara sono stati finanziati con un importo che supera i 100.000 euro dall'Unione Europea e dal Comune di Valderice. Finito il restauro guidato da Antonio Vivona, i "parascarmi" e la "varca signale" dovrebbero trovare alloggio all'interno di una struttura coperta ubicata nei pressi delle strutture della tonnara di Bonagia: una soluzione che dovrebbe finalmente porre fine ad un abbandono durato quattro lunghi decenni.










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