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mercoledì 15 marzo 2023

USTICA, L'ISOLA REFRATTARIA ALLA MONDANITA'

Il centro abitato di Ustica.
Le fotografie del post sono tratte
dalla rivista "Sicilia Mondo"
del dicembre 1957


Un'isola dura ed ancora accettabilmente pura, refrattaria alla  mondanità ed all'invasione estiva di folle di turisti, scoraggiati dalla quasi assenza di spiagge e dall'asperità delle coste bagnate da un mare dalle lucenti tonalità dei blu e degli azzurri. E' l'identità di Ustica, isola che vive una condizione di solitaria collocazione nel Tirreno, l'unica - insieme all'isolotto di Isola delle Femmine - nel mare della provincia di Palermo. L'indole poco appariscente di Ustica l'ha da sempre esclusa dai grandi flussi turistici, favorendo la prevalente presenza di frequentatori abituali, amanti più del mare che dell'industria balneare. La vocazione di quest'isola non si è persa neppure dopo l'avvio, nel 1959, della Rassegna Internazionale delle Attività Subacquee. Sembrò allora che l'evento potesse significativamente espandere il suo richiamo: un'opportunità  auspicata in precedenza da un reportage firmato da Giuseppe Marino sulla rivista "Sicilia Mondo" del dicembre 1957. Qualche mese prima, Ustica aveva visto entrare in funzione un primo autentico albergo: un evento destinato ad incrementare le presenze turistiche dell'isola, senza però stravolgerne il ruolo di ( felice ) comprimaria fra le isole minori italiane. 

"Sul registro degli illustri visitatori di Ustica ho trovato così scritto:

"Se Ulisse si fosse fermato ad Ustica, no sarebbe mai più arrivato ad Itaca"

La firma - si legge nel reportage di Marino - era quella di un chiaro scrittore, profondo conoscitore delle bellezze mediterranee. Può darsi che la frase possa sembrare anche ricercata, come avviene quando preziosità e letteratura si sposano col turismo. Ma, sta di fatto che essa rispecchia felicemente più di una impressione, più che una sensazione, una realtà dello spirito. E' la stessa realtà lirica, da me avvertita in un fugace pellegrinaggio alla più suggestiva e primitiva, insieme, isola del Mediterraneo, poco di là del sinuoso golfo di Palermo. La realtà era il documento vivente di una terra sorgente dal mare e nella sua breve latitudine, così raccolta e così espressiva da indurre più alla concentrazione spirituale, anziché ad una pagana espansione. Il lirismo era come un'onda radioattiva, che attingeva alla natura particolare di quella bellezza raccolta e quasi sconosciuta, per penetrare alla radice stessa della natura e fonderla nell'armonia dello spirito. Niente di trascendentale, anzi una bellezza ridotta alla più elementare espressività, al genio della terra e del mare. Eppure per questo, anzi per questa sua innata attitudine al raccoglimento e alla poesia, maggiormente sensibilizzata. Non è il caso di confondere la piccola isola di Ustica con quelle venute alla moda della mondanità internazionale negli ultimi anni. 



Se il rilancio delle isole è stato l'ultimo "slogan" del turismo - con la preziosissima isola di Ischia come esempio recentissimo - la nostra Ustica si ammanta ancora della squisita verecondia della sua scarsa notorietà. E', anzi, una sconosciuta nell'Olimpo del turismo internazionale; appena un puntino microscopico fra le linee coordinate dell'atlante geografico siciliano. Eppure, questa sua rarità, ne costituisce, ad oggi, il più prezioso dei gioielli. Per non profanare l'acqua viva e purissima del brillante in cui si è incastonata, bisognerà nel tempo, anche quando sarà nota alla "elite" turistica, non profanare questa sua magnifica singolarità...



C'è qualche cosa di agreste e di bucolico nella stessa sensibilità marinara della minuscola isola, pienamente integra nella sua violenta, ma non selvaggia primitività. Violenza di colori, violenza di luci, violenza di riflessi sul mare: quasi un'aggressione di bellezza, che si stempera dalla collina ancora brulla alle ineguagliabili grotte, nelle quali colpisce ora il brillio dell'azzurro, ora il pittoresco gioco delle secolari erosioni sulle rocce, ora la dolce patina aurea stemperata sulle pareti di magnifica caverna..."



 


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