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martedì 12 giugno 2012

LE SICILIANE DI EZIO QUIRESI

Rifornimento d'acqua da una fontana pubblica a Capo d'Orlando.
L'immagine - datata 1957 - porta la firma di Ezio Quiresi.
Il fotografo cremonese è anche l'autore di tutti gli altri scatti riproposti in questo post da ReportageSicilia.
Il materiale documentario di Quiresi è tratto dall'opera "Donne-Il lavoro femminile in Italia nel Dopoguerra in 80 fotografie", edita nel 2006
da Monte Università Parma Editore
Alcune delle fotografie riproposte dai post di ReportageSicilia – soprattutto quelle tratte da vecchi libri del TCI - portano la firma di Ezio Quiresi.
Nato nel 1925 a Cremona, dopo un’esperienza di lavoro in fabbrica in Svizzera, nel 1950 Quiresi acquistò la sua prima macchina fotografica – una Voigtlander Bessa 6x9 – con la quale iniziò a fotografare come amatore le rive del Po e le campagne cremonesi.
Saranno quegli scatti a fargli vincere i primi premi locali, facendolo approdare nel 1953 al Salone Internazionale di Venezia.
Due anni dopo, ricevette l’incarico dal Comune di Cremona di documentare le vacanze dei bambini in colonia; nel 1957 – dopo avere ricevuto il riconoscimento di Artista dalla Federazione Internazionale di Arte Fotografica - iniziò infine quella collaborazione professionale con il Touring Club Italiano documentata appunto anche da ReportageSicilia.

Una fruttivendola del mercato palermitano della Vucciria, nel 1960.
Quiresi è noto per le sue fotografie commissionate dal Touring Club Italiano
e pubblicate sulla collana "Attraverso l'Italia"
L’opera successiva di Quiresi si legherà alla pubblicazione di libri fotografici per Garzanti, De Agostini, Utet, Mondadori ed Electa.
Le immagini siciliane di Ezio Quiresi rientrano dunque in quell’opera di reportage svolta dalle Alpi sino ai mercati popolari di Palermo, nell’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta.

Anche in questa seconda fotografia realizzata tra i banchi della Vucciria - intitolata "venditrice di uova " - Quiresi rifugge da ogni ricerca del colore locale, raccontando semmai con un solo scatto la vita del suo soggetto.
In questo caso, il sonno della venditrice svela la sua faticosa esistenza da ambulante, portata avanti con un decoro evidenziato
dalla cura nell'esposizione delle uova
Le fotografie riproposte in questo post da ReportageSicilia fanno parte di quel periodo e sono tratte dal saggio ‘Donne-Il lavoro femminile in Italia nel Dopoguerra in 80 fotografie’.
L’opera è stata edita nel 2006 da Monte Università Parma Editore ed offre un riassunto dell’archivio di scatti che Ezio Quiresi dedicò alle donne italiane.

Una donna cavalca il suo asino portando con sè un bambino: sullo sfondo - siamo nel 1960 - si scopre
la rocca nissena del castello di Mussomeli.
Se in Emilia Romagna ed in Piemonte le donne di Ezio Quiresi erano spesso ritratte a bordo di biciclette, nelle campagne dell'isola il fotografo cremonese documenta il comune utilizzo del mezzo di trasporto animale,
spesso l'unico disponibile in famiglia 
“E’ un libro sull’Italia senza fili elettrici dell’alta tensione, senza autostrade e senza tutta la modernità che ha cambiato il volto del nostro Paese”, scrive Guido Conti nella prefazione.
Le donne siciliane ritratte nel volume – quella in groppa ad un asino con un bambino alle spalle su una trazzera nei pressi del castello di Mussomeli, o quelle con le tinozze del bucato a Marineo, o, ancora, le venditrici del mercato popolare della Vucciria – sono accostate alle contadine delle campagne bellunesi ed astigiane, alle vendemmiatrici gardesane od alle mondine di Pavia.

Due donne ed un bambino fotografati a Marineo,
lungo la strada che conduce a Corleone.
L'immagine di Quiresi porta il titolo "Bucato a Marineo" ed è datata 1960
Sono fotografie che documentano momenti di duro lavoro, di fatica sui campi o in piccole fabbriche o nei mercati popolari; non mancano poi neppure scatti che ritraggono gesti di incombenze private, specie quelli dedicati ai bambini.
Le donne di Quiresi, insomma, si rivelano protagoniste della società italiana e siciliana, in anni in cui il loro ruolo era generalmente riconosciuto e limitato al semplice supporto familiare e domestico.
Lo sguardo documentario di un cremonese formatosi tra i paesaggi e la gente del Po, riuscì a cogliere anche in Sicilia quella realtà di impegno femminile non sempre avvertito da altri contemporanei osservatori dell’isola.

Al mercato di Caltanissetta, nel 1957, gli occhi di questa donna
 svelano un turbamento
le cui motivazioni si perdono oltre i paletti della staccionata.
I fotoreportage di Quiresi hanno documentato, insieme ai volti dei suoi soggetti, anche la loro condizione umana: uno "specchio" della società locale, in un periodo di lentissimi cambiamenti nella società isolana
Nel Quiresi “siciliano”, infine, non manca neppure – come nel caso della donna ritratta al mercato di Caltanissetta – la scoperta di quei caratteri mediterranei, simili a quelli raccontati negli stessi anni in Andalusia da Fulvio Roiter.   

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