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domenica 7 ottobre 2012

SFERRACAVALLO, UN'ATTRATTIVA MANCATA

Il golfo della borgata marinara di Sferracavallo in una fotografia
 tratta dall'opera "Il Mediterraneo",
edita da UTET nel 1922.
Ancor oggi, la località palermitana
potrebbe riservare più di un'attrattiva ambientale.
Decenni di sostanziale incuria e l'assenza di interventi di valorizzazione naturale della costa hanno invece ridotto Sferracavallo ad un'anonima propaggine di Palermo
Strano destino, quello di Sferracavallo.
La borgata marinara palermitana che qualche anno fa tentò di diventare Comune possiede notevoli potenzialità ambientali, ma non riesce a farne un punto di svolta per lo sviluppo di un turismo rispettoso del suo mare.
Il paese vanta una collocazione naturale invidiabile, raccolto com’è su un golfo ampio ed aperto ad Ovest ed ad Est verso l’isolotto delle Femmine e la Riserva di Capo Gallo.
Basta però dare un’occhiata allo stato di degrado del lungomare di Barcarello – utilizzato come libera discarica – per confermare la vocazione del siciliano a fare scempio di luoghi che in altre regioni farebbero il vanto ( e la ricchezza ) delle comunità locali.

Uno scatto di Sferracavallo firmato IGDA-SEF pubblicato nel II volume dell'opera "Il Milione", edito dall'Istituto Geografico De Agostini nel 1959.
La posizione della borgata offre invidiabili potenzialità di sviluppo di un turismo attento alla tutela ambientale: una risorsa che però lascia spazio all'incuria della costa e del suo mare
L'incuria è ormai cronica: nel lontano 1984, la stessa Azienda Municipalizzata alle Nettezza Urbana di Palermo venne denunciata con l’accusa di avere deturpato questa scogliera, abbandonando rifiuti e detriti tra la costa ed i fondali prospicienti.
Il mare di Sferracavallo, poi, negli anni passati è stato più volte inquinato dallo sversamento di liquami da una condotta fognaria sottomarina che si rompeva dopo le mareggiate: una circostanza che non ha certo alimentato un regolare flusso di bagnanti da Palermo, così come invece accade per la spiaggia di Mondello.
Anche le risorse ittiche della borgata pagano infine il peso del degrado ambientale, con l’aggravante costituita da vecchie pratiche di pesca che in passato ne hanno impoverito i fondali.

Una veduta del centro abitato in una giornata dai toni invernali pubblicata nell'opera "Sicilia" edita nel 1961 dal TCI.
Lo scatto è del fotografo Ezio Quiresi
A partire dalla fine del secolo XIX, il nome di Sferracavallo è stato infatti legato all’azione di alcune famiglie che praticavano la pesca con la dinamite.
Questa attività di frodo – oltre a causare mortali incidenti, anche ai danni di bagnanti - ha desertificato le aree di cattura, danneggiando pure gran parte dei pescatori che ricorrevano ai tradizionali sistemi di pesca.
Così, oggi Sferracavallo è poco più che una propaggine urbana di Palermo, priva di sostanziali motivi di attrattiva.

Un'immagine della borgata firmata nel 1954 da C.Teri-Palermo.
Già da decenni, una parte dei pescatori locali ricorreva alla pesca di frodo con la dinamite: una pratica che ha impoverito i fondali e che ha aggravato i successivi guasti provocati dall'inquinamento
ReportageSicilia ripropone alcune immagini della borgata, tratte da varie pubblicazioni del passato. Fra queste spicca una fotografia tratta dal II volume dell’opera “Il Mediterraneo” di A.Brunialti e S.Grande, edita da UTET nel 1922: uno scatto anonimo e che ci restituisce la bellezza di un borgo allora quasi privo di costruzioni.

Barche in secca tra le case della borgata.
Come per molti altri centri di pesca della costa palermitana, anche Sferracavallo ha contribuito all'emigrazione di decine di suoi pescatori verso gli Stati Uniti o l'Australi.
La fotografia è di Josip Ciganovic ed è tratta dal I volume dell'opera "Sicilia" edita da Sansoni nel 1962








1 commento:

  1. Complimenti veri per il blog, per le immagini e per questa fotografia in particolare. Spero sempre in nuovi aggiornamenti, un lavoro splendido.

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