Ci sono interi tratti delle coste siciliane quasi del tutto
impraticabili ai siciliani ed a quei visitatori dell’isola che credono di
potervi fare facilmente un bagno.
Specie in provincia di Palermo – soprattutto lungo
il litorale Est, verso Messina – l’accesso al mare è sbarrato da una cortina
impenetrabile di complessi residenziali, ville, villette ed altra edilizia
d’incerta e fatiscente costituzione.
La cementificazione delle aree demaniali è
stata martellante nel tratto litoraneo che va dalla borgata di Aspra sino ad
Altavilla Milicia, costa oltre la quale l’alterazione dell’ambiente costiero ha
raggiunto il suo apice con lo sviluppo dell’edilizia industriale nella piana di
Buonfornello.
Le immagini riproposte in questo post da ReportageSicilia sono
dedicate al promontorio di capo Zafferano, che di questo lungo tratto marino
della provincia di Palermo è uno dei suoi elementi paesaggistici più rilevanti.
Il suo massiccio roccioso scandisce ad Est di Palermo il variare
della costa siciliana del Tirreno.
Tra la fine degli anni Cinquanta e nei
decenni successivi – in un periodo successivo alla datazione delle immagini
presenti nel post – proprio capo Zafferano è stato uno dei luoghi più intaccati
dall’edilizia delle seconde case, frutto di quell’economia del così detto
“benessere” basata sulla distruzione di quell’ambiente costiero considerato
come oggetto di puro consumo.
L’ondata di cemento è stata quindi seguita dalla
creazione di muri di cinta, inferriate e sbarramenti che hanno di fatto
precluso l’accesso al mare, in un contesto di incontrollati abusi edilizi.
Ancora una fotografia del capo tratta dall'opera di Daniel Simond. A metà del secolo scorso lo storico dell'arte Giuseppe Bellafiore paragonò il profilo del promontorio ad una "feluca del mare" |
Prima della cementificazione di quel territorio, Giuseppe
Bellafiore poteva descrivere in termini quasi bucolici un paesaggio che oggi
conserva poche tracce di questo scenario:
“La costa di Bagheria, da Aspra a
Casteldaccia, si apre a paesaggio stupendi, fra i più suggestivi dell’isola. Il
villaggetto di Aspra vive la vita del suo mare, le incertezze e la precarietà
della pesca. Dalle sue case si stacca incombente una via panoramica che, dopo
la svolta del capo di Mongerbino, guarda una scogliera selvaggia, affascinante
sia che vi battano le lunghe onde del mare aperto, o vi gorgogli l’acqua
limpida e cristallina. Quasi isolato nel mare, in forma di accademica feluca, è
il capo Zafferano”.
Il post si apre con un’immagine panoramica della costa fra il
capo ed il villaggio di Sant’Elia realizzata entro il 1910 dal fotografo Carlo
Brogi e tratta dal volume “Sicilia” edito dal TCI nel 1933: una veduta che
restituisce il volto di quel panorama “fra i più suggestivi dell’isola” e
scomparso ormai da decenni.
Una visione topografica della zona di capo Zafferano in scala 1:50.000 tratta dalla carta geografica "Palermo, la Conca d'Oro e dintorni", risalente ad un periodo precedente al 1940 |
A conferma di quanto riportato circa la caratteristica forma del capo Zafferano, mi permetto di aggiungere che proprio per il suo profilo, tra gli occasionali bagnanti, il suggestivo sito viene indicato anche come “il cappello di Napoleone”.(A.d.N.)
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