Una fotografia del mercato palermitano della Vucciria. Lo scatto venne pubblicato nell'opera "Beautés du Monde", edita nel 1979 a Parigi da Larousse |
La fotografia riproposta da ReportageSicilia offre una veduta palermitana spesso presente nelle pubblicazioni di una quarantina di anni fa: il mercato della Vucciria, all'epoca reso celebre dal quadro che Renato Guttuso eseguì nel 1974 all'interno del suo studio lombardo di Velate.
L'immagine - attribuita a Loirat C.D. Tétrel ed eseguita dalla sommità della discesa Caracciolo - nel 1979 corredò le pagine di uno dei 31 volumi dell'enciclopedia "Beautés du Monde", edita a Parigi da Librairie Larousse: fu così che questa fotografia finì con l'attribuire alla Vucciria una sorprendente qualifica di "bellezza mondiale" al pari di quelle più celebrate delle cascate del Niagara, della foresta amazzonica o della piramide di Cheope.
Lo scatto rievoca gli anni in cui la Vucciria era ancora un mercato vivo, con le sue tende colorate, i panni stesi sulle facciate dei vecchi edifici e le "balate" bagnate dall'acqua irrorata sui banchi dai venditori di pesce.
A guardare più attentamente l'immagine, destano poi curiosità alcuni personaggi fissati allora dal fotografo.
Il principale è forse l'uomo vestito con giacca e pantaloni color marrone ed occhiali da sole che sembra procedere verso i 15 scalini che dalla discesa Caracciolo conducono ancor oggi in via Roma.
Sigaretta fra le dita, passo e sguardo decisi, ha l'aspetto di un Tommaso Buscetta o di un altro "picciotto" di rispetto della Palermo d'allora: un'impressione accentuata dagli sguardi che gli rivolgono i due uomini seduti sulle bancarelle di sinistra e da quello di una persona - una mano in tasca, l'altra a reggere un sacchetto della spesa - ferma al centro di piazza Caracciolo.
Al di là del mistero sull'identità del supposto mafioso, questa fotografia della Vucciria accompagnò una lucida descrizione della città di allora, che la pubblicazione francese paragonava così a Napoli:
"A Palermo si nota, da un lato, il persistere di sacche di povertà nel ventre più antico del centro storico. Dall'altro, le smodate espansioni abitative, spesso a carattere speculativo ed estranee alle indicazioni di una rigorosa pianificazione urbana, hanno contrassegnato l'attività edilizia post bellica, non senza guasti sensibili operati nella stessa zona monumentale.
Si assiste comunque ad una crescente valorizzazione commerciale e industriale, ulteriormente incentivata dalle attività burocratiche ( forse un poco artificiose ) derivate dal regime di autonomia della Regione".
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