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mercoledì 2 aprile 2014

SICILIANDO














"Uno che conobbe i siciliani di vent'anni fa scrive:
'Il siciliano, per lo meno quello della Sicilia occidentale, che è considerato il peggiore, il siciliano, il pover'uomo, il piccolo possidente - l'uomo insomma che vive alla giornata - ha bisogno di espansione, di franchezza, di verità.
Andategli a viso aperto colla verità, ed egli, foss'essa anche una condanna, vi si sottomette.
Fategli comprendere l'inesorabilità di certe cose, e a lui basta questa sincerità.
Insomma, coi siciliani non bisogna adoperare sutterfugii, scappavie o che so io; no, bisogna dir tutto e mantenere sia in bene che in male...
Se potete, accordate; se non potete, non andate per le lunghe, ma dite chiara e tonda la ragione, e quando la ragione è buona, basata sulla giustizia, è subito intesa.
Da vent'anni a questa parte le cose possono essere cambiate, ma il carattere non muta facilmente: sarà sempre quello...'"
Carlo Corsi, 1894  

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