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domenica 17 dicembre 2017

IL CONTE SCIENZIATO CHE CACCIAVA INSETTI SULL'ETNA

L'entomologo Federico Hartig ( il primo a sinistra ),
in posa dinanzi il Rifugio Citelli insieme
al gruppo di ricercatori e aiutanti 

impegnati in ricerche di insetti
sui versanti dell'Etna, dal 1948 al 1950.
Le fotografie sono tratte dalla rivista
"Sicilia America Illustrazione"
pubblicata a Palermo nel febbraio del 1950

"Da due anni un noto entomologo percorre a piedi, instancabilmente, l'Etna alla ricerca di insetti, di piante, di acqua.
I boscaioli dicono che il simpatico ed alacre gentiluomo dagli occhi azzurri è un letterato, uno che vuole studiare i posti dai quali Polifemo svelleva cime per colpire le navi di Ulisse e le caverne nelle quali il gigante custodiva le greggi.
Quando lo scienziato prende la via del cratere i pastori lo seguono con gli occhi incantati, convinti che egli vada ad interrogare lo spirito di Empedocle, che secondo una leggenda ancora viva, fu rapito in cielo in una nube di fuoco, mentre osservava le fumarole dal cratere centrale.
Tutti concordano nel ritenere che il conte Hartig sia anche un mago che vuole scoprire il segreto del fuoco di Mongibello..."


L'esplorazione della grotta dei Ladroni,
nel territorio di Sant'Alfio

Con una prosa che fa ampio ricorso alla suggestione della mitologia - a firma di Giuseppe Vinci - nel febbraio del 1950 la rivista "Sicilia America Illustrazione" ( edita a Palermo dalla Regione Siciliana ) dedicò un reportage alle ricerche entomologiche condotte dal conte Federico Hartig sulle pendici dell'Etna.
Lepidotterologo di fama internazionale e fondatore dell'Istituto Nazionale di Entomologia, lo studioso altoatesino dal 1948 al 1950 ricercò ed esaminò nell'area del vulcano circa 100.000 insetti di tutti gli ordini, il 35 per cento dei quali risultarono essere ancora sconosciuti in Sicilia
Il lavoro di Hartig e della sua equipe - composta nell'Isola anche dalla baronessa Ilse von Grieshein ( pronipote del grande entomologo Herrich-Schaffer ) e dalla fedele boxer Sunny - si svolse soprattutto nell'area della pineta di Linguaglossa ed all'interno della grotta dei Ladroni, nel territorio di Sant'Alfio


Il laboratorio di ricerche allestito da Federico Hartig
in una stanza del Grande Albergo dell'Etna, a Ragalna

L'entomologo altoatesino
in compagnia di Isle von Grieshein
e del boxer Sunny

Lo studioso altoatesino scelse come basi operative della sua missione siciliana il Grande Albergo dell'Etna, a Ragalna - dove allestì un laboratorio di ricerca - ed il rifugio Citelli, alle pendici nord-orientali dell'Etna.
Nel reportage di Giuseppe Vinci - illustrato dalle fotografie riproposte ora da ReportageSicilia - si riassunse con qualche tratto di amarezza il lavoro svolto dai "cacciatori di insetti" del vulcano:

"Sul fosco deserto lavico e nella magnifica pineta di Linguaglossa, cercatori di funghi e turisti incontrano il conte Hartig, la compagna di ricerche la baronessa Isle von Grieshein, lepidotterologa di fama mondiale ed una cagna 'scienziata', che si è specializzata nella ricerca e nel rinvenimento di specie terricole.
I mezzi finanziari, molto limitati, di cui dispone la missione, non hanno consentito, se non per breve tempo, la permanenza sull'Etna di altri due scienziati austriaci.
E' interessante assistere alla caccia diretta e osservare le trappole luminose, le gabbie con la luce elettrica e le esche esposte sulle piante, le fumigazioni per scovare la fauna alpina, quasi sempre nascosta, per i continui venti, nella flora bassa subcraterica.



Hartig è rimasto solo a lottare col gigante e teme di dover essere inghiottito dal cratere e di dovere prendere il volo verso il cielo.
Va orgoglioso dell'affetto e della venerazione dei montanari che lo consolano del silenzio e dell'indifferenza che minacciano l'esistenza del centro di cultura entomologica ed il proseguimento delle esplorazioni.
Lo scienziato rivela con amarezza che gli uomini avrebbero tutto l'interesse di occuparsi un pò delle loro piante e della loro esistenza oltre che delle gambe dei ciclisti e dei giocatori di calcio..." 

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