Settembre 2018, festeggiamenti a Palermo per Maria Santissima del Paradiso "Regina di Porta Carini" al Capo. Le fotografie sono di ReportageSicilia |
"Direi che il popolo siciliano non conosca ancora un'armonia vera, fatta di conquiste spirituali e di amore intenso, eppure disinteressato, alla vita: si trova a contatto con un mondo nuovo, ma è rimasto alla fede del trascendente di derivazione medievale e secentesca: in questo è la ragione prima delle sue esperienze anacronistiche.
L'Europa di liberò dal peso della trascendenza sin dai primi dell'Ottocento con la rivoluzione idealistica e romantica, e al mondo superumano definitivamente perduto sostituì la forza fattiva delle opere e l'orgoglio della personalità.
Per i siciliani del popolo e della piccola borghesia Iddio è ancora la forza oscura inattingibile, il Governo è anch'esso un'oscura forza, lontana da noi e mai identificabile con la nostra volontà..."
Attualissima considerazione, quella fornita nel 1945 da Sebastiano Aglianò in "Cos'è questa Sicilia" ( R.Mascali, Siracusa ): un saggio psicologico collettivo che fissò lucidamente i comportamenti e gli atteggiamenti dei siciliani.
Le notazioni di Aglianò ne chiamano in causa anche le espressioni di natura religiosa, spesso legate ad un accentuato culto devozione per Dio ed i Santi: un approccio legato alla necessità di soddisfare tramite la protezione di una figura trascendente le aspettative ed i bisogni di una società deficitaria nella tutela dei diritti e delle garanzie sociali.
Difetta insomma ad una parte dei siciliani la dote di una religiosità alimentata da una piena spiritualità e dalla coscienza del proprio credo.
A Dio-padre può essere riconosciuto un ruolo piuttosto autoritario: "u Patreternu" assume così a volte un ruolo pericolosamente assimilabile alle figure terrene di personaggi dal distorto prestigio.
L'aberrazione di questo atteggiamento ha effetti deleteri e spiega le logiche di pensiero di un personaggio come il vecchio boss Michele Greco, capace di dichiarare:
"Mi chiamano il Papa ma io non posso paragonarmi ai papi per intelligenza, cultura e dottrina.
Ma per la mia coscienza serena, per la profondità della mia fede posso anche sentirmi pari a loro, se non superiore a loro"
Nel contesto di devozione alle figure sacre, quella di Maria assume in Sicilia un ruolo primario.
"In ogni angolo delle chiese - ha scritto in proposito Salvatore Basilio Randazzo in "Sicilianità" ( EDI OFTES, 1985 ) - si trovano statue della Madonna invocata con titoli e attribuzioni diverse, così come in casa si trova dappertutto la madre in diritti-doveri che offrono affetto, sicurezza e protezione da ansie esistenziali"
Il culto di Maria è così presente sotto varie denominazioni in ogni centro abitato dell'Isola, e soprattutto nei quartieri più popolari e poveri; qui, la devozione religiosa diventa spesso bisogno di trovare collettivo conforto alle difficoltà quotidiane e speranze per un futuro con meno affanni.
Attualissima considerazione, quella fornita nel 1945 da Sebastiano Aglianò in "Cos'è questa Sicilia" ( R.Mascali, Siracusa ): un saggio psicologico collettivo che fissò lucidamente i comportamenti e gli atteggiamenti dei siciliani.
Le notazioni di Aglianò ne chiamano in causa anche le espressioni di natura religiosa, spesso legate ad un accentuato culto devozione per Dio ed i Santi: un approccio legato alla necessità di soddisfare tramite la protezione di una figura trascendente le aspettative ed i bisogni di una società deficitaria nella tutela dei diritti e delle garanzie sociali.
Difetta insomma ad una parte dei siciliani la dote di una religiosità alimentata da una piena spiritualità e dalla coscienza del proprio credo.
L'aberrazione di questo atteggiamento ha effetti deleteri e spiega le logiche di pensiero di un personaggio come il vecchio boss Michele Greco, capace di dichiarare:
"Mi chiamano il Papa ma io non posso paragonarmi ai papi per intelligenza, cultura e dottrina.
Ma per la mia coscienza serena, per la profondità della mia fede posso anche sentirmi pari a loro, se non superiore a loro"
"In ogni angolo delle chiese - ha scritto in proposito Salvatore Basilio Randazzo in "Sicilianità" ( EDI OFTES, 1985 ) - si trovano statue della Madonna invocata con titoli e attribuzioni diverse, così come in casa si trova dappertutto la madre in diritti-doveri che offrono affetto, sicurezza e protezione da ansie esistenziali"
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