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domenica 26 maggio 2019

FENOMENOLOGIA DEL TRAFFICO DI PALERMO

Traffico a Palermo.
Le fotografie  riproposte da ReportageSicilia
sono tratte da "Mediterraneo",
rivista edita nel marzo del 1973
dalla Camera di Commercio di Palermo
Poco dopo mezzogiorno, all'angolo fra la via Roma e la via Cavour gli sguardi pressanti degli automobilisti sono puntati sul semaforo.
Da una parte non è ancora comparso il verde che già le prime avanguardie di auto e scooter cominciano ad invadere le strisce pedonali, provocando il fuggi fuggi di un gruppo di pedoni. 
Nel frattempo, il fronte avverso di guidatori cerca di sfruttare gli ultimi secondi di marcia concessi dal giallo, occupando l'incrocio senza alcuna logica speranza di poterlo liberare prima dell'arrivo del rosso.
L'epilogo è scontato.
Dal groviglio di auto si leva un isterico concerto di clacson, il cui unico utile scopo è quello coprire un coro di imprecazioni e bestemmie: tutti se la prendono con tutti.
All'angolo di un marciapiede intanto, un divertito gruppo di turisti tedeschi riprende con la scena con i telefonini: un souvenir di Palermo destinato a consolidarne la fama di città dove la guida di un veicolo comporta al forestiero gli stessi rischi procurati da una solitaria passeggiata notturna in una foresta tropicale.
Il caos del traffico cittadino è così la perfetta metafora dell'incapacità  palermitana di vivere in un sistema ordinato e condiviso di regole civiche, nel quale l'individualismo del singolo prevale sugli interessi comuni e dove la prepotenza soffoca le logiche del beneficio collettivo. 



Il fenomeno è stato oggetto dell'analisi di Roberto Alajmo, che ne ha fatto motivo di suggerimenti per il viaggiatore ed il turista che  visitano Palermo:

"La fenomenologia del traffico nella Città - avverte in "Palermo è una cipolla" ( Editori Laterza, 2005 ) - meriterebbe una trattazione a parte.
Come viaggiatore informato dei fatti ne avrai sentito parlare e non sarebbe onesto né utile tenerti nascosta la verità.
Un solo avvertimento: se mai deciderai di uscire dall'albergo non lo fare, per favore, nelle ore di punta, quando il traffico raggiunge l'apice dell'esasperazione.
Soprattutto mai di sabato e mai di domenica.
Se ancora è accettabile l'imbottigliamento feriale, quello festivo è irritante per motivi proprio filosofici.
Ci si immagina che dal lunedì al venerdì tutti questi automobilisti vadano da qualche altra parte per ragioni di lavoro e che dunque siano obbligati a farlo.
Ma nei fine settimana dove vanno?
E ovunque vadano, perché ci vanno in macchina?
E soprattutto: perché con le loro macchine impediscono alla mia di avanzare rapidamente?"
  


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