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mercoledì 22 maggio 2019

L'ARCHITETTURA DEL SALE DEL BAGLIO CALCARA

Fotografie
Ernesto Oliva-ReportageSicilia

"Aggregato rurale a servizio di un ben determinato tipo di economia capitalistico - ha scritto Giuseppe Oddo in "Bagli e masserie di Sicilia", Regione Siciliana, volume I, 2001 - il baglio del trapanese si è affermato a cominciare dal Seicento, quale elemento trainante nell'urbanizzazione a case sparse.



Consiste in una grande costruzione di forma quadrangolare che, al suo interno, racchiude un vasto cortile a cielo aperto ( bagghiu ) attorno al quale si dispongono gli edifici funzionali alla conduzione dell'azienda ( stalle, fienili, magazzini, torchi, panetteria, dispensa, dormitoi ) e, in posizione di preminenza, la villa padronale.
Spesso vi è annessa una cappella"



La descrizione di Giuseppe Oddo illustra perfettamente uno dei bagli trapanesi più suggestivi e facilmente accessibili grazie ai volontari del WWF: il Baglio Calcara, ubicato all'interno della Riserva delle Saline di Trapani e Paceco-Nubia.
Il suo nome trae origine dagli argini delle saline circostanti, costruiti con cantoni di calcare e tuttora perfettamente adeguati alla loro funzione.




L'edificio - la cui funzione era strettamente legata alla produzione ed alla lavorazione del sale -  ha un impianto che potrebbe risalire al secolo XVI: il suo cuore è il frantoio, sistemato sul tetto a terrazza, all'interno di una torre in muratura.
Grazie ad una ruota dentata in legno, il movimento delle pale del mulino di tipo olandese assicurava la triturazione e l'affinamento del sale grezzo.



Il Baglio Calcara - con i suoi ambienti di servizio, le stalle ed i magazzini per il deposito degli strumenti e dei materiali dei salinai - rappresenta oggi un magnifico esempio di architettura produttiva pre-industriale nella Sicilia occidentale: il segno dell'incontro fra una secolare attività sul territorio degli uomini e le prime applicazioni tecnologiche a supporto di antichi saperi lavorativi. 







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