Marettimo, la più lontana delle isole Egadi. Foto Ernesto Oliva-ReportageSicilia |
Storica figura di inviato del "Corriere della Sera" - con un palmares da cronista di guerra in Indocina, Corea, Cina, Pakistan ed Africa - il giornalista e scrittore Max David si meritò l'appellativo di "figlio di Hemingway" da parte di Indro Montanelli.
Nato a Cervia nel 1908, David fu un pittoresco personaggio, capace di inseguire conflitti e sommosse popolari in luoghi allora remoti del mondo, svelando ai lettori fatti e personaggi non ancora resi popolari dalla televisione e dall'informazione digitale.
Nel 1952, il quotidiano milanese lo diede per un paio di giorni disperso nell'incendio di un albergo del Cairo, durante una rivolta di piazza: un evento da cui il giornalista sarebbe uscito incolume grazie all'aiuto di un'avvenente ballerina che lo salvò dalle fiamme e dal linciaggio ad opera di un gruppo di facinorosi.
Uscito incolume da quell'esperienza, quattro anni dopo - nel luglio del 1956 - dopo avere messo piede ad Alicudi, Filicuidi e Panarea, nel gruppo delle Eolie, Max David scelse Marettimo come luogo di un reportage per i lettori del "Corriere".
Sembra che a suggerire l'isola come meta del suo viaggio sia stato Francesco Alliata, profondo conoscitore delle isole Eolie ed ambasciatore dei mari siciliani per molti giornalisti italiani e stranieri del tempo.
L'articolo di David sulla più remota delle Egadi venne pubblicato il 1 agosto di quell'anno, rivelando la vita e le abitudini di una comunità di persone quasi del tutto sconosciuta alla maggioranza degli italiani.
Al giornalista venuto nella loro isola dal continente, i marettimesi offrirono immediata ospitalità e la richiesta di sollevare sul quotidiano milanese il problema di un pericoloso muro che delimitava la strada del centro abitato dalla parte degli scogli.
Al giornalista venuto nella loro isola dal continente, i marettimesi offrirono immediata ospitalità e la richiesta di sollevare sul quotidiano milanese il problema di un pericoloso muro che delimitava la strada del centro abitato dalla parte degli scogli.
La rilettura del resoconto di Max David fornisce oggi una sagace e preziosa testimonianza sulla vita quotidiana nella Marettimo del tempo.
L'ISOLA DELLA PULIZIA E DELLA OSPITALITA'
L'ISOLA DELLA PULIZIA E DELLA OSPITALITA'
"La stessa posizione geografica delle isole Egadi - confessò in apertura di articolo Max David - la prima volta che se ne parlò con Alliata, non mi era ben chiara.
Mi avevano riferito che si trovavano una trentina di miglia a occidente della Sicilia, che per arrivarci mi sarei dovuto imbarcare a Trapani su un piroscafetto locale ( era vero, era tutto verissimo, infatti ora navigavo sul vecchio "Ustica" ), e che delle tre isole la meglio sarebbe stata Marettimo, essendo agli italiani la più sconosciuta.
L'abitato è costituito da una strada che dalla cala di ponente arriva alla cala di levante, una strada fiancheggiata da case modeste e pulitissime, poiché una vera particolarità di quest'isola è la grande pulizia.
Gli interni delle abitazioni che si intravedono passando sembrano lucidati a cera e per la strada fra le due cale non c'è pericolo di vedere un pezzetto di carta straccia.
Naturalmente non ci sono alberghi nè locande, ma il viaggiatore trova facilmente da alloggiare nelle case dei privati, i quali sono ospitali come pochi altri..."
I COGNOMI DI PESCI DEI MARETTIMESI
"Quando, arrivando, chiesi a Sante Sardina dove avrei potuto trovare un letto, questi mi rispose che eravamo tutti cristiani e che un posto per dormire me lo avrebbero offerto tutti, ma che se avessi voluto un alloggio assai comodo lo avrei certamente trovato in casa di Francesco Dentice.
Domandai:
'Signor Sardina, lei è proprio sicuro che il signor Dentice non si disturba?'
Rispose il signor Sardina:
'Ma le pare, ma le pare'
Allora incalzai, così, a casaccio:
'E non potremmo provare a chiedere una stanza al signor Triglia?'
Quando temevo di avere troppo azzardato, di avere troppo tirato la corda e di sentirmi rispondere che se ero partito dal continente per scherzare sui marettimesi avevo fatto male i miei conti, il signor Sardina fece:
'Già, anche la casa dei Triglia andrebbe bene'
Poi soggiunse, pieno di sorpresa:
'Ma dove ha conosciuto i Triglia? Chi le ha parlato dei Triglia?'
Infine mi spiegò che essendo uno dei figli dei triglia appena tornato dall'America, la camera da letto l'aveva forse occupata lui e sarebbe stato meglio andare senz'altro in casa Dentice.
Così facemmo.
In seguito a quanto ho già detto e per quello che nel corso della stessa giornata ebbi modo di constatare, mi resi subito conto di essere capitato nella più singolare isoletta di tutti i nostri mari, nell'isola più inverosimile di tutti i nostri mari.
Gli abitanti maschi di Marettimo sono circa cento.
Sono pochi, sono il minimo che si possa pretendere da un pezzo di terra abitata, ma fin qui non c'è nulla di strano.
Ma se consideriamo che su cento abitanti circa novantasei sono pescatori e che per novantasei vi sono più di sessanta imbarcazioni, già ci avviciniamo all'incredibile.
E se poi aggiungiamo che questi pescatori si dedicano quasi unicamente alla pesca del pesce azzurro ( maccarelle, sardine, eccetera ) e che i loro nomi di famiglia sono quasi esclusivamente nomi di pesci quali, oltre quelli già citati, Spada ( pesce ), Spadaro ( pescatore di pesce spada ), Arancio ( qui è detto arancio una sorta di gambero o granchio che sia ) e perfino Sgombero, Stefano Sgombero ( di quest'ultimo cognome non sono ben certo, ma mi hanno detto che esiste ) ci troviamo ad avere per le mani la più marinara, la più tipicamente marittima delle nostre isolette..."
L'ISOLA CON GLI ORARI DEL MARE, DEL SOLE, DELLA LUNA E DEI VENTI
"Non v'è isola in Italia più marittima di Marettimo; non v'è isola che più di lei sia figlia del mare, delle alghe, degli scogli, dei venti, delle correnti e dei bagliori argentati del ventre dei pesci azzurri.
La vita di Marettimo è regolata dall'ora delle maree e non dagli orologi.
Anzi, ho buoni motivi per supporre che a Marettimo l'orologio non sia praticato, anche perché le ore, dove il tempo sia in relazione ai sospiri del mare, non avrebbe alcun senso.
La vita quotidiana di un'isola in cui gli uomini vivono tanto strettamente legati al mutevole andamento dei venti, alle fasi lunari, e ai flussi e ai riflussi delle risacche, è molto diversa dalla vita quotidiana che noi conosciamo.
Ecco, ad esempio: Marettimo è un'isola che di notte, quando spirano certi venti e quando la luna è a certi quarti, rimane senza uomini.
Volete farmi il favore di pensare un momento a una isola in cui, per qualche notte, non rimane un solo uomo?
Percorrendo la strada fra le due cale, le case sono sempre le stesse, hanno le stesse porte, hanno le loro finestre, hanno delle spere di luce, ma non hanno uomini.
Tutti gli uomini sono in mare con i pesci azzurri.
Poi gli uomini, verso l'alba, tornano e vanno a dormire e le donne escono a sfaccendare per la strada.
Allora, passando di giorno lungo la strada fra le due cale, le case sono sempre le stesse, hanno le loro porte, hanno le loro finestre, ma sono piene di uomini che stanno dormendo.
E sempre freme a mezz'aria un eguale ansimo, un identico ritmo di sospiri e un silenzio che non muta perché durante il giorno il sonno profondo degli uomini stanchi poco differisce dall'inquieto sopore delle donne sole, durante la notte.
Le uniche ore in cui, come suol dirsi, l'isola vive, sono quelle del tramonto, dovendo gli uomini apprestarsi a partire per il pesce azzurro e le donne acconciarsi alle loro notti solitarie..."
Mi avevano riferito che si trovavano una trentina di miglia a occidente della Sicilia, che per arrivarci mi sarei dovuto imbarcare a Trapani su un piroscafetto locale ( era vero, era tutto verissimo, infatti ora navigavo sul vecchio "Ustica" ), e che delle tre isole la meglio sarebbe stata Marettimo, essendo agli italiani la più sconosciuta.
L'abitato è costituito da una strada che dalla cala di ponente arriva alla cala di levante, una strada fiancheggiata da case modeste e pulitissime, poiché una vera particolarità di quest'isola è la grande pulizia.
Gli interni delle abitazioni che si intravedono passando sembrano lucidati a cera e per la strada fra le due cale non c'è pericolo di vedere un pezzetto di carta straccia.
Naturalmente non ci sono alberghi nè locande, ma il viaggiatore trova facilmente da alloggiare nelle case dei privati, i quali sono ospitali come pochi altri..."
I COGNOMI DI PESCI DEI MARETTIMESI
"Quando, arrivando, chiesi a Sante Sardina dove avrei potuto trovare un letto, questi mi rispose che eravamo tutti cristiani e che un posto per dormire me lo avrebbero offerto tutti, ma che se avessi voluto un alloggio assai comodo lo avrei certamente trovato in casa di Francesco Dentice.
Domandai:
'Signor Sardina, lei è proprio sicuro che il signor Dentice non si disturba?'
Rispose il signor Sardina:
'Ma le pare, ma le pare'
Allora incalzai, così, a casaccio:
'E non potremmo provare a chiedere una stanza al signor Triglia?'
Quando temevo di avere troppo azzardato, di avere troppo tirato la corda e di sentirmi rispondere che se ero partito dal continente per scherzare sui marettimesi avevo fatto male i miei conti, il signor Sardina fece:
'Già, anche la casa dei Triglia andrebbe bene'
Poi soggiunse, pieno di sorpresa:
'Ma dove ha conosciuto i Triglia? Chi le ha parlato dei Triglia?'
Infine mi spiegò che essendo uno dei figli dei triglia appena tornato dall'America, la camera da letto l'aveva forse occupata lui e sarebbe stato meglio andare senz'altro in casa Dentice.
Così facemmo.
In seguito a quanto ho già detto e per quello che nel corso della stessa giornata ebbi modo di constatare, mi resi subito conto di essere capitato nella più singolare isoletta di tutti i nostri mari, nell'isola più inverosimile di tutti i nostri mari.
Gli abitanti maschi di Marettimo sono circa cento.
Sono pochi, sono il minimo che si possa pretendere da un pezzo di terra abitata, ma fin qui non c'è nulla di strano.
Ma se consideriamo che su cento abitanti circa novantasei sono pescatori e che per novantasei vi sono più di sessanta imbarcazioni, già ci avviciniamo all'incredibile.
E se poi aggiungiamo che questi pescatori si dedicano quasi unicamente alla pesca del pesce azzurro ( maccarelle, sardine, eccetera ) e che i loro nomi di famiglia sono quasi esclusivamente nomi di pesci quali, oltre quelli già citati, Spada ( pesce ), Spadaro ( pescatore di pesce spada ), Arancio ( qui è detto arancio una sorta di gambero o granchio che sia ) e perfino Sgombero, Stefano Sgombero ( di quest'ultimo cognome non sono ben certo, ma mi hanno detto che esiste ) ci troviamo ad avere per le mani la più marinara, la più tipicamente marittima delle nostre isolette..."
L'ISOLA CON GLI ORARI DEL MARE, DEL SOLE, DELLA LUNA E DEI VENTI
"Non v'è isola in Italia più marittima di Marettimo; non v'è isola che più di lei sia figlia del mare, delle alghe, degli scogli, dei venti, delle correnti e dei bagliori argentati del ventre dei pesci azzurri.
La vita di Marettimo è regolata dall'ora delle maree e non dagli orologi.
Anzi, ho buoni motivi per supporre che a Marettimo l'orologio non sia praticato, anche perché le ore, dove il tempo sia in relazione ai sospiri del mare, non avrebbe alcun senso.
La vita quotidiana di un'isola in cui gli uomini vivono tanto strettamente legati al mutevole andamento dei venti, alle fasi lunari, e ai flussi e ai riflussi delle risacche, è molto diversa dalla vita quotidiana che noi conosciamo.
Ecco, ad esempio: Marettimo è un'isola che di notte, quando spirano certi venti e quando la luna è a certi quarti, rimane senza uomini.
Volete farmi il favore di pensare un momento a una isola in cui, per qualche notte, non rimane un solo uomo?
Percorrendo la strada fra le due cale, le case sono sempre le stesse, hanno le stesse porte, hanno le loro finestre, hanno delle spere di luce, ma non hanno uomini.
Tutti gli uomini sono in mare con i pesci azzurri.
Poi gli uomini, verso l'alba, tornano e vanno a dormire e le donne escono a sfaccendare per la strada.
Allora, passando di giorno lungo la strada fra le due cale, le case sono sempre le stesse, hanno le loro porte, hanno le loro finestre, ma sono piene di uomini che stanno dormendo.
E sempre freme a mezz'aria un eguale ansimo, un identico ritmo di sospiri e un silenzio che non muta perché durante il giorno il sonno profondo degli uomini stanchi poco differisce dall'inquieto sopore delle donne sole, durante la notte.
Le uniche ore in cui, come suol dirsi, l'isola vive, sono quelle del tramonto, dovendo gli uomini apprestarsi a partire per il pesce azzurro e le donne acconciarsi alle loro notti solitarie..."
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