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martedì 19 maggio 2020

IL MISTERO TOPONOMASTICO DELLO ZINGARO

Foto Ernesto Oliva-ReportageSicilia

Si ricordano i 40 anni dalla marcia di migliaia di persone che il 18 maggio del 1980 si oppose alla costruzione di una strada litoranea fra Scopello e San Vito Lo Capo: una storica mobilitazione della coscienza ambientalista in Sicilia, che nel 1981 avrebbe favorito l'istituzione della prima riserva nell'Isola, definita dello "Zingaro".
Sull'origine di questo nome, poche guide forniscono indicazioni in grado di soddisfare la curiosità dei visitatori sensibili alle questioni toponomastiche.
Nel 1993, Salvatore Costanza - carte d'archivio alla mano - ha tentato di fornire una riposta, senza però raggiungere certezze:

"Il toponimo dello Zingaro - si legge in "Lo Zingaro" ( Edizioni Guida ) - qui limitato ad un tratto di costa, passò poi a indicare la zona interna che vi era prospiciente.
E così lo ritroviamo, insieme con altri nomi di contrade, in un elenco trasmesso dal principe di Paceco, proprietario del feudo di Scopello, al vicerè Fogliani in una supplica del 25 agosto 1770.
Il Fardella protestava perché nelle contrade Scardina, Cugno di Mezzo, Timpone di Ianni, Pizzo di Corvo e Zingaro i bestiamari e pastori del comune di Monte San Giuliano spesso sconfinavano nelle sue terre.
Lo Zingaro, perciò, era terreno destinato a pascolo e posto in prossimità del feudo di Scopello.
Successivamente questo nome scomparve dalla toponomastica locale: non si incontrerà più nei 'riveli' del 1808 e del 1811, e nemmeno nel catasto agrario del 1842-44.


E' probabile che sia stato sostituito coi nomi dei proprietari che man mano acquistarono i terreni degli ex feudi insieme coi bagli e le masserie che vi erano stati costruiti a servizio delle attività agro-pastorali.
Il nome è tornato ora a indicare una zona perimetrata ben più vasta della piccola contrada originariamente denominata Zingaro.
Un esempio di approsimazione onomastica che implica una sorta di operazione mentale traslativa ( una vera e propria sineddoche geografica).
C'è da chiedersi: ciò è avvenuto perché il nome è testimonianza di una presenza nomade, di un episodio di temporanea trasmigrazione zingaresca?
O perchè configura emblemi di magia e di solitudine nel paesaggio solenne ed aspro?"

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