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venerdì 20 agosto 2021

LA SICILIA TRAGICA ED APPASSIONATA DI TECCHI

Volo di uccelli ad Ispica.
Foto Ernesto Oliva-ReportageSicilia


Rievocando i ricordi giovanili del cruento delitto della contessa Giulia Trigona dei principi di Sant'Elia all'interno dell'albergo del Rebecchino, a Roma - episodio avvenuto nel marzo del 1911 per mano del barone Vincenzo Paternò - Bonaventura Tecchi ebbe a sottolineare "il senso del tragico che, sotto il sole ardente e nei bellissimi paesaggi, accanto alle caratteristiche feste del suo folclore - pifferi e cembali, berrette di panno rosso e i famosi carretti sgargianti di colori - certissimamente vive nell'anima della Sicilia"

In "L'isola appassionata" ( Einaudi, 1961 ), lo studioso e scrittore di Bagnoregio notò a questo proposito:

"Non è questa la terra dove Eschilo scrisse e perfino recitò alcune delle sue tragedie? Non è la patria di Pirandello? Non è questo il paese del più enigmatico dei filosofi antichi, Empedocle, che, per indagare i segreti della natura, finì gettandosi nel cratere dell'etna e ispirò il grande folle tedesco, Holderlin?"


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