Pianta di cappero a Pantelleria. Foto Ernesto Oliva-ReportageSicilia |
In un suo recente reportage dedicato all'isola, il quotidiano inglese "Guardian" ha elogiato le qualità del cappero IGP prodotto a Pantelleria. Insieme alla produzione dello zibibbo, la coltivazione di questa pianta - di cui ricorda Giosuè Calaciura ( "Pantelleria. L'ultima isola", Editori Laterza, 2016 ) rimane traccia documentaria a partire almeno dal 1570 - rappresenta la tenacia dei panteschi nel proseguire negli ultimi decenni le attività agricole locali: una perseveranza che pure ha goduto degli investimenti di imprenditori italiani e stranieri inizialmente sbarcati a Pantelleria per creare il loro "buen retiro" nel cuore del Mediterraneo.
Succede così, come ha notato Gin Racheli in "Le isole minori della Sicilia. Prospettive di recupero e di sviluppo" ( Giuseppe Maimone Editore, 1989, Catania ), che "non si avverte mai, girando in Pantelleria, quel senso di devastazione casuale e gratuita del manto verde che rende penoso il soggiorno in altre isole. Pantelleria può dirsi ancora un emblematico esempio di civiltà agricola isolana, dove le specie vegetali coesistono con un genere umano intelligente e colto..."
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