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martedì 11 aprile 2023

PEYREFITTE E L'ORGOGLIO FRANCESE NELLA GROTTA DI SANTA ROSALIA

La teca con la statua di Santa Rosalia
all'interno del Santuario di monte Pellegrino.
Fotografia di Federico Patellani
tratta da "L'Illustrazione Italiana",
fascicolo speciale dedicato nel Natale 1952 alla Sicilia


Città diverse fra loro per urbanistica, architettura e caratteri degli abitanti, Palermo, Catania e Siracusa condividono la devozione per tre sante donne: Rosalia, Agata e Lucia. Il loro culto è spesso diventato oggetto di curiosità da parte di scrittori e viaggiatori che hanno scritto della Sicilia. Uno di questi - il francese Roger Peyrefitte - dopo avere assistito a Napoli alla liquefazione del sangue di San Gennaro, sbarcato a Palermo non rinunciò a visitare su monte Pellegrino il santuario di Santa Rosalia; un pellegrinaggio laico che alimentò l'orgoglio nazionale dell'autore di "Dal Vesuvio all'Etna", edito nel 1954 da "Leonardo da Vinci" Editrice di Bari:  

"Santa Rosalia è un pò una francese, perché era nipote dei nostri famosi re normanni. Suo padre, il duca Sinibaldo, portava il pittoresco titolo di signore di Quisquina e delle Rose...


 

Io mi trovavo là, per caso, proprio, il 6 aprile del 1952, che era la domenica delle Palme. A uno degli altari della grotta un prete celebrava la messa davanti a una trentina di convittori di un orfanotrofio vicino. "Il venerato simulacro" era steso per terra sotto quell'altare, in un grande feretro di vetro. Esso indossa un manto d'oro, con la grande collana di San Gennaro e quello dell'Annunziata. Ai lati dell'altare era già stati posati quei vasi pieni di semi già sbocciati, che sono l'offerta della devozione siciliana durante la settimana santa..."



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