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sabato 8 aprile 2023

IL MULO BARDATO E IL BIPLANO A COMISO IN TEMPI DI GUERRA

Comiso, 16 luglio 1941,
aeroporto "Vincenzo Magliocco".
Fotografia di Angelo Oliva


Nel luglio del 1941 la Sicilia si trovava al centro della guerra per il controllo delle rotte aeree e marittime del Mediterraneo, fra le coste dell'Isola, Malta ed il Nord Africa. Le cronache belliche del regime fascista riferivano con enfasi abbattimenti di aerei ed affondamenti di navi e sommergibili inglesi, prospettando la prossima disfatta del nemico: un trionfalismo che ignorava il racconto delle perdite italiane ed i danni ed i lutti provocati in Sicilia dalle armi alleate. In quell'anno di guerra, le incursioni aeree britanniche colpirono a partire dal mese di gennaio Palermo, Catania, Siracusa, Trapani, Augusta, Mazzarino, Lampedusa e l'aeroporto di Comiso, intitolato al generale pilota Vincenzo Magliocco. Quest'ultimo impianto era stato progettato e costruito in contrada Donnadolce a partire dall'ottobre del 1938, con una spesa di 10.600.000 lire. La scelta del sito - ha scritto Giuseppe Calabrese nel saggio "La storia sulle ali. L'aeroporto di Comiso oltre il Novecento" ( Moderna-Modica, 2008 ) fu dettata da queste tre caratteristiche strategiche:

"... Vigilanza del canale di Sicilia, difesa delle linee d'accesso all'interno dell'Isola... sbarramento di una invasione che venga a colpire al cuore della Sicilia..."

In quel luglio del 1941, l'aeroporto di Comiso era già stato drammatico teatro delle incursioni aeree inglesi: il 10 maggio, ha scritto ancora Calabrese:

"Tre "Beaufighter" decollati da Malta fecero un'incursione, in due riprese, su Comiso abbattendo tre aerei dell'Asse e danneggiandone in modo serio altri tre, con la morte in combattimento di cinque militari italiani e di uno tedesco..." 

Il 16 luglio di quell'anno di guerra, Angelo Oliva fissò ai bordi della pista del "Vincenzo Magliocco" l'immagine di un mulo bardato nei pressi di un biplano FIAT C.R. 42: uno scatto singolare, pensato ed eseguito in un attimo in cui la quotidiana precarietà del conflitto lasciò spazio alla sua creatività fotografica.      

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