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lunedì 8 aprile 2024

IL CAPITELLO DEGLI SCONGIURI NEL CHIOSTRO DI MONREALE

Il capitello detto "degli scongiuri"
del chiostro di Monreale.
Foto Ernesto Oliva-ReportageSicilia


I 109 capitelli scolpiti alla fine del secolo XII per le colonnine del chiostro di Monreale - opera di "cinque maestri, due più propriamente scultori, altri due scultori e marmorari insieme ed infine uno esclusivamente marmorario come egli stesso si qualifica" ( "La Sicilia", Collana Italia Romanica, a cura di Rodo Santoro, Jaca Book, 1986, Milano ) - rappresentano un'antologia di motivi allegorici che attingono all'arte romanica di varia origine: pugliese, campana, lombarda, provenzale, della Borgogna e dell'Ile de France. Molti degli episodi rappresentati da questi artisti della pietra riconducono ad episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento. Altri, invece, riproducono scene di vita terrena, in cui spesso compaiono figure fantastiche o grottesche, caratteristiche dei bestiari medievali: un patrimonio di motivi che offrono un impegno di interpretazione che trasporta l'osservatore in un complesso universo di simboli. Uno dei capitelli più singolari è quello definito dalle guide di Monreale ai visitatori "degli scongiuri": vi si osserva la scena cruenta di un leone che azzanna un uomo. Alla loro destra, un compagno dello sventurato cerca di allontanare il predatore con un bastone. Dall'altra parte, un altro personaggio con la mano destra fa il gesto delle corna; con la sinistra, si tocca le parti intime, con l'evidente intento di sfuggire al pericolo grazie alla pratica di scongiuri ancor oggi largamente praticati in Sicilia. Il gesto delle corna sembra risalire ad un'epoca assai remota, quella preistorica: l'uomo di allora identificava nelle corna del toro e di altri animali selvatici l'origine stessa della forza necessaria alla sopravvivenza. Quello di toccare le parti intime riconduce invece al mito di Priapo - diffuso in origine nella città di Lampsaco, nell'Ellesponto - le cui dimensioni del fallo erano considerate fonte di capacità generativa e di vita. 



Per i monaci benedettini di Monreale, questo e gli altri capitelli del loro chiostro costituivano un ricchissimo campionario di motivi iconografici che li mettevano in contatto con i riferimenti simbolici religiosi e profani delle civiltà del mondo allora conosciute.   

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