Translate

giovedì 18 aprile 2024

IL CORTEO DEGLI OPERAI DUCROT PRIMA DEL FALLIMENTO DEL MOBILIFICIO

Operai della Ducrot
in corteo negli ultimi mesi
di vita della storica ditta palermitana.
L'altra fotografia ritrae l'esterno della fabbrica.
Entrambe le immagini
sono tratte dall'opera citata nel post


Tra la fine del 1969 ed i primi mesi del 1970 si stava per chiudere a Palermo  l'epopea industriale della fabbrica di mobili ed arredi lignei Ducrot, fondata dall'imprenditore torinese Carlo Golia alla fine dell'Ottocento e divenuta celebre grazie al figliastro Vittorio Ducrot. Quest'ultimo, nato nel 1867, era figlio di un ingegnere ferroviario francese morto a Palermo durante l'epidemia di colera del 1866. Nel 1903, quando l'azienda aveva il nome di "Ducrot, Palermo, Successore di Golia & C e di Solei Hebert & C.", la fabbrica nei pressi del palazzo normanno della Zisa impiegava almeno 200 operai.

"Già nel 1907 - si legge nel saggio di Daniela Pirrone e Maria Antonietta Spadaro "Archeologia Industriale", Kalos Edizioni d'Arte, Palermo, 2015 ) - la ditta era registrata alla Borsa di Milano. Sono di questo periodo le produzioni per gli arredi di Montecitorio, delle navi della flotta dei Florio e delle famose architetture di Ernesto Basile. I più grandi palazzi di Palermo e di tutta la Sicilia, le case dei nobili, ma anche quelle borghesi, vennero arredati con mobili della ditta, responsabile anche degli arredi di Villa Igiea. Nel 1913 i 1.000 operai lavoravano in uno stabilimento che aveva l'estensione di 20.000 mq., ma destinato a crescere ancora..."



Nel 1907, Vittorio Ducrot aveva trasferito la sede legale della ditta a Milano. Nel capoluogo lombardo venne aperto un negozio, altri due a Roma e Napoli. Durante il primo conflitto mondiale, la Ducrot curò la produzione di idrovolanti: una riconversione che anticipò l'inizio di una crisi aziendale scongiurata nel 1931 dalla commessa per la fornitura degli arredamenti dei transatlantici "Rex" e "Roma". All'epoca il numero degli operai era sceso a poco più di 350; i macchinari per la lavorazione del legno necessitavano ormai di un rinnovamento e le sorti della fabbrica sembravano essere segnate. Un ultimo sussulto produttivo si ebbe nel 1935, quando il regime fascista favorì la costituzione di una nuova società per la costruzione di aerei, la "Caproni-Ducrot-Costruzioni Aeronautiche", da affiancare alle attività del mobilificio. Alla vigilia del secondo conflitto mondiale, la Ducrot passò nelle mani di una azienda genovese, che la mantenne sino al 1968, ultimo anno di attività della fabbrica. Le fotografie riproposte da ReportageSicilia furono pubblicate nel febbraio del 1970 dalla rivista "Il Mediterraneo", edita dalla Camera di Commercio di Palermo. Documentano gli ultimi mesi di agonia della ditta, allorché gli operai manifestarono più volte in strada a Palermo nel tentativo di salvare la propria occupazione.






I loro cortei furono accompagnati dall'occupazione dello stabilimento e dalla produzione autonoma di mobilio, iniziativa quest'ultima motivo di duro scontro con la proprietà. Malgrado questa mobilitazione, la richiesta di potere lavorare per conto della SAMSI - una ditta palermitana di arredi scolastici del gruppo E.S.P.I. ( l'Ente Siciliano per la Promozione Industriale liquidato nel 2023, dopo 24 anni di attesa ) - rimase lettera morta. Nel 1971, il fallimento pose così fine per sempre alla gloriosa storia d'inizio Novecento della fabbrica Ducrot

 

Nessun commento:

Posta un commento