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domenica 14 aprile 2024

L'ESTATE IN CUI USTICA DIVENTO' LA TELA DEI PITTORI ITALIANI

Giorgio Carpintieri
ad Ustica nel luglio del 1966,
durante la prima edizione del
"Concorso di Pittura Murale".
Le fotografie sono tratte dalla rivista
"Palermo. Rassegna della Provincia"
dell'agosto del 1966


Nel 1961, Ustica smise di essere una colonia penale e l'isola cominciò a programmare una serie di manifestazioni con l'intento di sfruttare le proprie potenzialità turistiche. Già nell'agosto del 1959 era stato il dato il via al primo "Festival del Mondo Sommerso", un evento che offrì ai visitatori - fra questi, alcuni nomi dei salotti romani ( Doris Mayer Pignatelli, l'attore Renato Salvatori, il regista Folco Lulli, il produttore Goffredo Lombardo ) - una rassegna cinematografica dedicata al mare, una mostra archeologica ed una gara di sci nautico. L'appuntamento avrebbe in seguito attirato nell'isola i migliori specialisti della caccia subacquea, dando spazio anche ad un goliardico concorso di "pittura sottomarina" ad una profondità di 5 metri, con risultati artistici giocoforza piuttosto astratti. Fu a quel punto che nel 1966, su iniziativa del sindaco Litterio Maggiore - un chirurgo estetico con molti contatti romani, anche nell'ambiente dell'arte - si decise di organizzare ad Ustica la prima edizione del "Concorso di Pittura Murale".  

Sebastiano Milluzzo


L'idea di partenza era quella di abbellire prospetti di case e scorci dell'isola grazie al talento di artisti provenienti in buona parte da Roma e Milano, su invito ed ospitalità del Comune: una circostanza che, nel pieno dell'estate, avrebbe richiamato nell'isola giornalisti, galleristi ed altri protagonisti e comprimari delle cronache artistico-mondane italiane. La manifestazione ebbe luogo dal 24 al 31 luglio e potè contare sulla direzione tecnica di Vittore e Derne Querèl, proprietari a Roma della Galleria d'Arte "La Feluca". Il peso dell'organizzazione fu invece affidato al pittore-ceramista palermitano Giovanni De Simone. A lui si attribuisce un "colpo di teatro" riservato agli ospiti usticesi: l'arrivo con l'aliscafo partito da Palermo di un gruppo di orchestrali del Teatro Massimo. Si ritrovarono così ad Ustica, fra gli altri, Antonio Vangelli, Giulio Turcato, Antonello Aliotti, Giorgio Mantici, l'albanese Ibrahim Kodra, Giacomo Porzano, Giorgio Carpintieri, l'austriaca Rosemarie Hammon, Sante Monachesi, Giselda Parisella ed i siciliani Gino Morici, Oscar Carnicelli, Sebastiano Milluzzo, Costantino Laganà, Nella Giambarresi, Donatella Moncada, Annie Di Patti, Mario Tornello, Totò Bonanno e Gaetano Zingales. Per l'evento artistico fu creato anche una sorta di slogan, suggerito - pare - da Monachesi: "liberiamo i muri delle case dalla loro pesantezza e dalla legge di gravità dipingendovi sopra"

Sante Monachesi


Sulle pagine della rivista "Palermo. Rassegna della Provincia" pubblicata nell'agosto del 1966, Gabriella Sternheim così descrisse l'atmosfera di quella settimana di luglio ad Ustica:

"L'entusiasmo e l'euforia che l'aria di Ustica comunica in chi approda alle sue nere scogliere ha inebriato un pò tutti. Ad ogni pittore era stata assegnata una parete dell'abitato. Tutti quanti hanno iniziato i lavori con un "furore creativo" veramente strabiliante. Avrebbero dovuto affrescare soltanto la parete loro assegnata ed invece a poco a poco hanno dipinto tutte le pareti del piccolo centro: in quattro giorni l'abitato di Ustica, tipico paesetto di pescatori, si è trasformato in una mostra d'arte permanente. I colori violenti di un'isola selvaggia hanno ispirato i pittori che ne hanno riportato i toni vividi sulle pareti delle case, dei bar, degli alberghi. Per tutte le vie che si sondano dalla piazza dominata dalla chiesa di S.Ferdinando, a mare ed a monte, esplodono qua e là cieli azzurri, marine indaco, colline verdi, scene di pesca e di vita marinara. Chi più di tutti ha colto l'essenza di Ustica è stato Giacomo Porzano che ha dipinto via via un volo di gabbiani che si librano in un cielo azzurro e tersissimo, una bimba che mangia una fetta d'anguria, il frutto tipico dell'isola, ed ancora un vecchio marinaio dal volto segnato dalla fatica accanto alla barca tirata in secco, dietro: uno sfondo di mare colore indaco. Tornello ha affrescato la caletta di S.Maria cinta dalle verdi colline che degradano dolcemente verso il mare. Parisella ha scelto un paesaggio più aspro: la cala dell'Uomo Morto con al sua rocca che scende a strapiombo nel mare. Rosemarie Hammon, la bella austriaca allieva di Kokoschka, ha dipinto un paesaggio marino soffuso dalle tenui luci dell'alba. Ed ancora scene marinare hanno dipinto Laganà, Milluzzo, Bonanno, De Simone. I temi sono tra i più caratteristici: donne che riparano le reti, la pesca del pesce spada, barche tirate in secco. I breve, in questa opera si condensa tutta la vita di Ustica.

Costantino Laganà


Kodra, invece, si è ispirato ad un triste capitolo della storia di Ustica, ormai fortunatamente concluso: in un volo di colombe ha immaginato la partenza dei confinati dall'isola ed ha coronato il dipinto con la scritta "Pace e libertà ad Ustica". E' stata una 7 giorni a ritmo continuato, durante la giornata mare, sole e lavoro. La sera manifestazioni a carattere mondano, concerti, opera dei pupi, complessi yè-yè ed aste di disegni, gentilmente concessi da tutti i pittori, i cui proventi sono andati alla Pro Loco di Ustica..."

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