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venerdì 14 marzo 2025

PALERMO, LA CITTA' CHE ANCORA "SFUGGE ALLA SUA MARINA"

La costa orientale di Palermo
in una fotografia pubblicata nel 1956
dall'opera "Visioni di Palermo",
edita dall'Istituto Geografico De Agostini di Novara


Molti anni prima che Leonardo Sciascia teorizzasse a Domenico Porzio che a Palermo "non importasse niente del mare, avendogli voltato le spalle... Forse Palermo, in quanto capitale, dal mare non ha visto venire che invasori. Si è difesa da tutto quanto portava il mare..." ( "Fuoco all'anima. Conversazioni con Domenico Porzio", Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1992 ), la stessa convinzione era stata espressa dallo storico dell'arte Giuseppe Bellafiore:

"Nell'acceso trasfigurarsi del giorno, si staglia sul golfo la massa del monte Pellegrino e riposa la città tremolante di luci. Solamente da qui - scrisse nella didascalia della foto pubblicata nel 1956 dall'opera "Visioni di Palermo" edita da Istituto Geografico De Agostini di Novara - il mare alita su Palermo che in ogni altra parte sfugge alla sua marina..."



Negli ultimi anni, Palermo ha in parte recuperato la sua identità di città marinara grazie alle opere dell'Autorità Portuale della Sicilia Occidentale. L'intervento più appariscente è stato quello della realizzazione del "Palermo Marina Yachting", il molo trapezoidale affiancato dai resti dello storico Castello al Mare e da un bacino artificiale munito di un ridondante gioco di zampilli di acqua.



Tuttavia, la vera sfida che Palermo dovrà affrontare per diventare a pieno titolo una città aperta al suo mare sarà quella del recupero della sua costa orientale, da Sant'Erasmo alla Bandita, dallo Sperone ad Acqua dei Corsari: un litorale devastato da decenni di abusi edilizi e scarichi illegali, per il cui complesso recupero si è prospettato nel 2023 l'impiego di 70 milioni di euro. 

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