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domenica 7 dicembre 2014

PAESAGGI AUTOSTRADALI PRIMA DEL CEMENTO

Due fotografie di Italo Zannier  pubblicate nel 1968 mostrano il volto dei litorali siciliani prima che la convivenza con le autostrade generasse una diffusa speculazione edilizia
  


E' innegabile che la costruzione delle autostrade abbia contributo positivamente alla viabilità, alle attività economiche ed a quelle turistiche della Sicilia.
Prima del completamento dell'autostrada Palermo-Catania - opera già vagheggiata nel 1946 e completata solo nel 1973, dopo immancabili ritardi e la spesa complessiva di quasi 250 miliardi di lire - e della Palermo-Mazara del Vallo, costruita fra il 1971 ed 1975, i collegamenti stradali potevano contare sulle vecchie statali.
Per raggiungere Catania da Palermo potevano essere necessarie più di cinque ore, mentre Enna o Caltanissetta erano tagliate fuori da ogni possibilità di un veloce collegamento con le due maggiori città dell'isola.
Di contro, come mostrato dalle due fotografie riproposte da ReportageSicilia, la costruzione delle autostrade ha innescato l'avvio di una incontrollata attività edilizia lungo tratti di costa fino ad allora risparmiati dal cemento.
Una infestazione per lo più abusiva di "villini", opere viarie minori e sbarramenti verso gli accessi al mare ha così modificato il paesaggio goduto dagli automobilisti nei primi anni di entrata il servizio delle autostrade. 


Le immagini del post portano la firma del fotografo Italo Zannier e vennero pubblicate nel 1968 nell'opera "Le Coste d'Italia - Sicilia" edita dall'ENI.
Il primo scatto ritrae l'autostrada Palermo-Catania con gli svincoli che conducono ad Altavilla Milicia, luogo così ricordato ancora nel 1956 dal viaggiatore svizzero Daniel Simond nel saggio "Sicilia", edito da Salvatore Sciascia:

"La sua terrazza domina ricche piantagioni di agrumi, che si estendono lungo il vasto golfo, da Cefalù a Capo Zafferano, mentre a Sud vigneti ed oliveti scalano i contrafforti della vicina montagna"

La seconda fotografia venne invece scattata lungo la Palermo-Punta Raisi ( in seguito prolungata sino a Mazara del Vallo ), fra Capaci e Villagrazia di Carini.
Entrambe le immagini mostrano un volto ancora integro del litorale, segnato dalla presenza di un'edilizia storica ( la Torre della Milicia e le mura in conci di tufo che delimitano un fondo agricolo ), e dall'assenza di strade e "seconde case" dai certificati edilizi di dubbia regolarità.
In altri luoghi, la muffa della speculazione ai margini delle autostrade costiere si era invece già diffusa:

"Come spesso succede - si leggeva in "Le Coste d'Italia - Sicilia" - la speculazione privata ha saputo agire con maggiore velocità dell'iniziativa pubblica: lungo l'autostrada l'accesso al mare è spesso impedito da pesanti e disordinate costruzioni private e le spiagge libere sono ormai ridotte al minimo"  


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