Immagini e notizie dello scomparso campo da golf palermitano tratte dalla rivista "Travel in Italy" del febbraio 1934
Nel saggio "Palermo l'altro ieri" ( S. F. Flaccovio Palermo, 1966 ), Mario Taccari ricostruì lo sviluppo delle attività e delle manifestazioni sportive nella Palermo d'inizio Novecento.
In piena epoca dei Florio, la città e i suoi dintorni diventarono luoghi di intensa pratica agonistica che spaziava dalle gare automobilistiche - in testa, ovviamente, la Targa Florio - a quelle aeree e motonautiche.
Già dal 1896, un gruppo di sportivi anglo-palermitani - De Gaston, Blake, Woodrow, Horse Normann, Pen, Colombo, Poiero, Majo Pagano, Airoldi, Cimino ed altri - giocavano su un campo in via Notarbartolo con i colori rosso e blu del "Palermo Foot-ball and Cricket Club", poi diventati rosa-nero.
Negli anni a seguire - ricorda Mario Taccari - i più intraprendenti esponenti della borghesia e dell'aristocrazia cittadina ( che la pratica di uno sport, comunque, rimaneva un privilegio dei palermitani più ricchi; 30.000 loro concittadini, intanto, vivevano nei 'catoi' del centro storico ) poterono scegliere fra l'ippica, le palestre di ginnastica, quelle di lotta greco-romana ed il ciclismo.
Stranamente, fra le pratiche del tempo non citate dall'autore di "Palermo l'altro ieri" c'è quella del golf, che dal 1926 trovò sviluppo grazie alla costruzione da parte della "Società Italo-Belga" di un campo di gioco nei pressi di Mondello.
Le fotografie riproposte da ReportageSicilia documentano l'esistenza di quell'impianto, denominato "Mondello Golf Club"; le immagini sono tratte dalla rivista "Travel in Italy", edita dall'ENIT nel febbraio del 1934.
Nel testo che accompagnava le immagini veniva ricordato che i giocatori potevano disporre di uno chalet dotato di due campi da tennis e di una "tea room".
L'articolo dava conto anche della stagione agonistica in programma nei mesi di febbraio, marzo e aprile, comprendente la "Byrne Cup" ed il "Prince of Scordia Trophy".
Poi, quel numero di "Travel in Italy" così magnificava le ragioni di un viaggio in Sicilia ai praticanti del golf:
"Italia e Sicilia, il Paese dell'arte e l'isola del Sole, costituiscono da soli un'attrazione per i turisti di tutto il mondo, ancor di più in questo e in altri casi simili grazie al vantaggio della pratica dello sport, soprattutto quando è il golf ad essere praticabile.
Da molti, questa attività è ritenuta lo sport degli sport.
Perfino i giocatori più appassionati se trovassero per strada qualcosa di più interessante potrebbero dimenticare lo scopo finale del loro viaggio in Sicilia e la stagione di golf al "Mondello Golf Club.
Al loro arrivo a Palermo, potrebbero anche mettere da parte questo sport nell'osservare la monumentale città bagnata dal sole, con i suoi numerosi giardini dove fioriscono lussureggianti e rare piante tropicali, con le sue pittoresche periferie e i moderni quartieri pieni di alberghi confortevoli, ampi con la loro offerta di sistemazioni di prima classe"
Una breve storia del "Mondello Golf Club" - la cui attività si protrasse per 14 anni - è stata scritta dallo studioso e storico palermitano Rosario La Duca, nella celebre opera "La città perduta" ( Edizioni Scientifiche Italiane, Palermo, 1975 ).
Nel 1991, il volume di Laura Crimi e Renato Zappulla "Mondello, sviluppo storico urbanistico e analisi delle architetture del primo Novecento" ( Edizioni Grifo ) così riassumeva le vicende del "green" palermitano:
"Per incoraggiare la frequenza del lido anche in inverno, la Società Italo-Belga nel 1926 iniziò i lavori per l'impianto di un campo di golf, il primo sorto in Sicilia.
Nel saggio "Palermo l'altro ieri" ( S. F. Flaccovio Palermo, 1966 ), Mario Taccari ricostruì lo sviluppo delle attività e delle manifestazioni sportive nella Palermo d'inizio Novecento.
In piena epoca dei Florio, la città e i suoi dintorni diventarono luoghi di intensa pratica agonistica che spaziava dalle gare automobilistiche - in testa, ovviamente, la Targa Florio - a quelle aeree e motonautiche.
Già dal 1896, un gruppo di sportivi anglo-palermitani - De Gaston, Blake, Woodrow, Horse Normann, Pen, Colombo, Poiero, Majo Pagano, Airoldi, Cimino ed altri - giocavano su un campo in via Notarbartolo con i colori rosso e blu del "Palermo Foot-ball and Cricket Club", poi diventati rosa-nero.
Negli anni a seguire - ricorda Mario Taccari - i più intraprendenti esponenti della borghesia e dell'aristocrazia cittadina ( che la pratica di uno sport, comunque, rimaneva un privilegio dei palermitani più ricchi; 30.000 loro concittadini, intanto, vivevano nei 'catoi' del centro storico ) poterono scegliere fra l'ippica, le palestre di ginnastica, quelle di lotta greco-romana ed il ciclismo.
Stranamente, fra le pratiche del tempo non citate dall'autore di "Palermo l'altro ieri" c'è quella del golf, che dal 1926 trovò sviluppo grazie alla costruzione da parte della "Società Italo-Belga" di un campo di gioco nei pressi di Mondello.
Le fotografie riproposte da ReportageSicilia documentano l'esistenza di quell'impianto, denominato "Mondello Golf Club"; le immagini sono tratte dalla rivista "Travel in Italy", edita dall'ENIT nel febbraio del 1934.
Nel testo che accompagnava le immagini veniva ricordato che i giocatori potevano disporre di uno chalet dotato di due campi da tennis e di una "tea room".
L'articolo dava conto anche della stagione agonistica in programma nei mesi di febbraio, marzo e aprile, comprendente la "Byrne Cup" ed il "Prince of Scordia Trophy".
Poi, quel numero di "Travel in Italy" così magnificava le ragioni di un viaggio in Sicilia ai praticanti del golf:
"Italia e Sicilia, il Paese dell'arte e l'isola del Sole, costituiscono da soli un'attrazione per i turisti di tutto il mondo, ancor di più in questo e in altri casi simili grazie al vantaggio della pratica dello sport, soprattutto quando è il golf ad essere praticabile.
Da molti, questa attività è ritenuta lo sport degli sport.
Perfino i giocatori più appassionati se trovassero per strada qualcosa di più interessante potrebbero dimenticare lo scopo finale del loro viaggio in Sicilia e la stagione di golf al "Mondello Golf Club.
Al loro arrivo a Palermo, potrebbero anche mettere da parte questo sport nell'osservare la monumentale città bagnata dal sole, con i suoi numerosi giardini dove fioriscono lussureggianti e rare piante tropicali, con le sue pittoresche periferie e i moderni quartieri pieni di alberghi confortevoli, ampi con la loro offerta di sistemazioni di prima classe"
Una breve storia del "Mondello Golf Club" - la cui attività si protrasse per 14 anni - è stata scritta dallo studioso e storico palermitano Rosario La Duca, nella celebre opera "La città perduta" ( Edizioni Scientifiche Italiane, Palermo, 1975 ).
Nel 1991, il volume di Laura Crimi e Renato Zappulla "Mondello, sviluppo storico urbanistico e analisi delle architetture del primo Novecento" ( Edizioni Grifo ) così riassumeva le vicende del "green" palermitano:
"Per incoraggiare la frequenza del lido anche in inverno, la Società Italo-Belga nel 1926 iniziò i lavori per l'impianto di un campo di golf, il primo sorto in Sicilia.
Occupava un'area di circa 300.000 mq. con un percorso di nove buche per uno sviluppo di 2.727 metri, al posto di un rado uliveto che si estendeva sulla sinistra dell'ampia strada che, in discesa dal cancello del Giusino, all'uscita della Favorita, conduceva verso la spiaggia.
Una piccola costruzione in stile arabo normanno veniva adibito a bar e l'impianto era completato da un Club-House fornito di ogni comodità.
Il campo da golf cessò la sua attività nel 1940 in coincidenza della seconda guerra mondiale e nel 1943 fu occupato da un accampamento militare americano.
Alla fine della guerra la Società che gestiva il campo non rinnovò la concessione del terreno cosicché l'impianto non fu più ripristinato"
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