Marciapiede in una strada del centro storico di Palermo. Le fotografie del post sono di ReportageSicilia |
"Questa via ( Vittorio Emanuele, n.d.r. ) per lunghezza e bellezza, non la cede al Corso di Roma.
A destra e a sinistra vedo dei marciapiedi, che ogni proprietario di magazzino o di officina mantiene puliti a furia di scopare gettando tutta l'immondizia nel mezzo della via; ma questa naturalmente diventa sempre più sudicia e finisce col restituirvi, ad ogni soffio di vento, il sudiciume che vi avete accumulato"
( da "Viaggio in Sicilia", Edi.bi.si, Palermo, 2000 )
A suffragare la fama di questa radicata piaga cittadina concorre poi la voce popolare: quella secondo cui le braccia protese ad altezza di vari metri della statua di Carlo V - in piazza Bologni - indicano il livello di spazzatura a Palermo.
Oggi la città - finiti i tempi in cui, cinquant'anni fa, i vecchi autobus dell'Amat furono utilizzati per il trasporto straordinario dei rifiuti - comincia timidamente ad apprendere la pratica della raccolta differenziata.
L'iniziativa coinvolge al momento pochi quartieri residenziali.
In altre zone , specie quelle periferiche, il cassonetto continua ad essere il contenitore di ogni specie di rifiuto, soprattutto se trasbordante e proveniente dalle cucine di pub, ristoranti e negozi.
Continua poi ad avere largo seguito l'abitudine di considerare la strada il luogo ideale per scaricare materassi, frigoriferi o altri oggetti domestici; o di considerare le aiuole come cestini dove buttare cartacce, bottiglie ed ogni altro genere di conforto per il passeggio.
La spazzatura in strada a Palermo ed in molti luoghi della Sicilia è così metafora dei mali dell'Isola e dei suoi abitanti, a cominciare da quello dello scarso senso del bene collettivo: una tara che trae origine negli ultimi decenni anche dall'esempio di inettitudine della classe politica regionale e locale, incapace di governare per il bene pubblico.
In questo senso, c'è poca differenza tra l'inciviltà del deputato regionale che diserta le sedute del parlamento ( senza perdere un euro del suo lauto stipendio ) e quella del cittadino che butta i rifiuti in strada.
Così, Roberto Alajmo ha efficacemente illustrato la piaga di un atteggiamento che costituisce anche il fondamento di quell'orribile bruttezza che è la mafia:
La spazzatura in strada a Palermo ed in molti luoghi della Sicilia è così metafora dei mali dell'Isola e dei suoi abitanti, a cominciare da quello dello scarso senso del bene collettivo: una tara che trae origine negli ultimi decenni anche dall'esempio di inettitudine della classe politica regionale e locale, incapace di governare per il bene pubblico.
In questo senso, c'è poca differenza tra l'inciviltà del deputato regionale che diserta le sedute del parlamento ( senza perdere un euro del suo lauto stipendio ) e quella del cittadino che butta i rifiuti in strada.
Così, Roberto Alajmo ha efficacemente illustrato la piaga di un atteggiamento che costituisce anche il fondamento di quell'orribile bruttezza che è la mafia:
"Anche per godere della bellezza più recondita - si legge in "L'arte di annacarsi, un viaggio in Sicilia", Edizioni Laterza, 2010 - è necessario immergersi in quell'abisso che è la Sicilia.
Non si può fare a meno di ravvisare la bruttezza diffusa, il sistematico disprezzo per gli spazi comuni, l'incapacità delle persone anche migliori di fare rete e porre rimedio a queste distorsioni.
Viaggiare attraverso la Sicilia significa sporcarsene.
E si tratta di uno sporco persistente, di quelli più difficili da trattare"
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