Fotografia ReportageSicilia |
"Si esce da Castelbuono a SE correndo sinuosamente sulle amene pendici a olivi e mandorli che a destra salgono verso le falde boscose del Pizzo della Principessa.
Si varca il torrente Vicaretto sul ponte Paratore, poi il torrente dei Molini sul pittoresco ponte Nocilla.
Quindi si sale a serpentine sulla costa di tramontana del monte Miccio ( metri 1049 ), rivestita di un esteso sughereto; all'indietro vista bellissima della conca di Castelbuono col nastro della strada percorsa; a O, sopra i folti boschi di Cava e Vicaretto, si elevano i dorsi nudi e grigi del Pizzo della Principessa.
Più in alto, usciti dal bosco, si gira sul fianco E del monte Miccio, con di fronte, oltre la profonda valle del fiume Pollina, San Mauro Castelverde su un cocuzzolo.
Il paesaggio diventa prealpino, sino a Geraci Siculo..."
Così la Guida Rossa della Sicilia edita dal TCI nel 1968 descriveva la strada provinciale 286 che congiunge Castelbuono a Geraci Siculo: un sinuoso ma mai ostile nastro di asfalto fra i più belli delle Madonìe, immerso per lunghi tratti tra fitte sugherete.
La 286 ha oltretutto la particolarità di essere una delle poche strade del comprensorio madonita non interrotta da frane o rallentata dall'asfalto dismesso.
Una passeggiata lungo questa via di collegamento offre l'opportunità di scoprire un ambiente naturale quasi intatto, e dove la mano dell'uomo non ha provocato scempi edilizi.
Affascinano semmai la scoperta delle strutture della masseria Pintorna - che nel secolo scorso ospitò una caserma dei carabinieri - e di alcune case cantoniere abbandonate.
La porta di ingresso di una di queste - con la datazione 1886 - rimanda con l'immaginazione ai tempi in cui la strada provinciale 286 collegò luoghi delle Madonìe fino ad allora rimasti remoti ed isolati.
La 286 ha oltretutto la particolarità di essere una delle poche strade del comprensorio madonita non interrotta da frane o rallentata dall'asfalto dismesso.
Immagine tratta da "Madonie, itinerari nel Parco", Assessorato Regionale Turismo e Cai Sicilia, 2006 |
Una passeggiata lungo questa via di collegamento offre l'opportunità di scoprire un ambiente naturale quasi intatto, e dove la mano dell'uomo non ha provocato scempi edilizi.
Affascinano semmai la scoperta delle strutture della masseria Pintorna - che nel secolo scorso ospitò una caserma dei carabinieri - e di alcune case cantoniere abbandonate.
La porta di ingresso di una di queste - con la datazione 1886 - rimanda con l'immaginazione ai tempi in cui la strada provinciale 286 collegò luoghi delle Madonìe fino ad allora rimasti remoti ed isolati.
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