Piazza Politeama a Palermo in una fotografia di Publifoto pubblicata nel 1961 dal TCI su "Sicilia" per la collana "Attraverso l'Italia" |
In teoria ci sono i cartelli di divieto, con l'immagine dei carri attrezzi, che ammoniscono gli automobilisti a non parcheggiare, ma in pratica i siciliani lasciano le auto dove vogliono: ognuno conosce la macchina dell'altro, vigili compresi, e se un'auto blocca l'uscita di un portone o di un garage, il proprietario viene immediatamente rintracciato"
Alla scoperta delle tracce lasciatevi da Leonardo Sciascia, Francine Prose si ritrovò qualche anno fa a dover cercare a Racalmuto anzitutto un parcheggio per la propria auto.
Fu così che in "Odissea Siciliana" ( Feltrinelli, 2004 ) la scrittrice americana evidenziò uno degli aspetti più critici del rapporto fra automobilisti dell'Isola e la guida dei loro veicoli: l'abitudine di parcheggiare ovunque la comune logica e la normale educazione indurrebbero a farne a meno.
Fu così che in "Odissea Siciliana" ( Feltrinelli, 2004 ) la scrittrice americana evidenziò uno degli aspetti più critici del rapporto fra automobilisti dell'Isola e la guida dei loro veicoli: l'abitudine di parcheggiare ovunque la comune logica e la normale educazione indurrebbero a farne a meno.
Il parcheggio "selvaggio" - capace di raddoppiare o triplicare le file di sosta, di occupare le strisce pedonali e di ignorare i passo carrabile - è la naturale filiazione dell'abitudine al "traffico" palermitano di benigniana memoria.
A differenza di quanto avrebbe fatto gran parte degli automobilisti siciliani, Francine Prose risolse la difficile ricerca di un parcheggio a Racalmuto in maniera divertita e risoluta:
"Dopo aver girato per trenta minuti che sembrano un'eternità, decidiamo di rinunciare.
Ci siamo fatti un'idea della città e basta.
Facciamo marcia indietro, e quando arriviamo sulla nazionale siamo presi da un senso d'euforia, come ragazzini che abbiano marinato la scuola..."
A differenza di quanto avrebbe fatto gran parte degli automobilisti siciliani, Francine Prose risolse la difficile ricerca di un parcheggio a Racalmuto in maniera divertita e risoluta:
"Dopo aver girato per trenta minuti che sembrano un'eternità, decidiamo di rinunciare.
Ci siamo fatti un'idea della città e basta.
Facciamo marcia indietro, e quando arriviamo sulla nazionale siamo presi da un senso d'euforia, come ragazzini che abbiano marinato la scuola..."
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