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lunedì 18 giugno 2018

IL BANCHETTO DELLA PARTITA A SCOPA DI VIA VOLTURNO


Partita a scopa in via Volturno, a Palermo.
Le fotografie sono di ReportageSicilia
Capita ancora in strade e piazze dell'Isola di osservare capannelli di persone intorno ad un improvvisato tavolino: una catasta di cassette di legno o di plastica, un bidone, uno scatolone di cartone.
Lo sgangherato banchetto, di solito allestito in luoghi prossimi a mercati o quartieri popolari, accoglie lunghe e silenziose partite a scopa.




Il numero di spettatori - pensionati o sfaccendati della zona - è spesso superiore a quello dei giocatori, come ricordato da Giuseppe Piazza in "Sicilia al sole, curiosità e aneddoti siciliani" ( Brotto, 1986 ):


"Per giocare il numero indispensabile è di due giocatori, normalmente attorniato da un nutrito stuolo di attenti spettatori.




La partita va giocata in religiosissimo silenzio e solo, di tanto in tanto, i giocatori possono parlare, ma solamente di questioni strettamente pertinenti come:

'Sei di mazze e la settanta è fatta!'

oppure:

'Quattro d'oro e l'oro è patto!'

o può essere scandito ad alta voce il conto cabalistico finale:

'Paru, paru, sparu, carta spara in mano!'

Terminata la mano, il silenzio può essere rotto ed ha inizio il vivacissimo commento degli spettatori, che inevitabilmente sono divisi in due fazioni e che, nel mentre, si 'pigghiano 'u cafè'.




Distribuite nuovamente le carte il gioco riprende, sempre in gran silenzio, e dura a volte per ore intere anche fino a sera, quando vinti e vincitori si salutano con l'impegno di incontrarsi nuovamente per l'immancabile rivincita"


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