La Colombaia di Trapani. Foto Ernesto Oliva-ReportageSicilia |
Sette miliardi e 300 milioni di euro: è la somma destinata alla Sicilia - il 10 per cento del totale nazionale - dai fondi previsti dal PNRR. In molti casi, l'impiego di queste risorse - fatte salve incapacità burocratiche o cattiva gestione - dovrebbe garantire l'esecuzione di interventi gravati da decenni di ritardi. Un caso esemplare è rappresentato, a Trapani, dal recupero della Colombaia, edificio per la cui tutela strutturale il PNRR prevede l'impiego di 27 milioni di euro. L'abbandono è il frutto di quello che il Fondo per l'Ambiente Italiano ha definito nel 2009 come un "intricato iter burocratico" intercorso fra Genio Civile e Regione: una paralisi decisionale sul destino della Colombaia che ha favorito il degrado e la rovina delle sue strutture, malgrado le denunce dello stesso FAI e dell'"Associazione Salviamo la Colombaia" di Trapani. Come ha scritto Alberto Costantino in "La Colombaia di Trapani. Storia, miti e leggende lungo 2500 anni" ( Quick Edizioni, 2022, Trapani ):
"La Colombaia è stata proprio dimenticata. Messa da parte dai politici e dai trapanesi che non si accorgono che sta cadendo a pezzi. Di tanto in tanto qualcuno ( Regione Siciliana, sindaco di Trapani ) ne fanno cenno, cercando e chiedendo qualcosa, ma di fatto l'antica torre resta lì, all'ingresso del porto. Desolatamente sola. Ricevendo di tanto in tanto qualche visita di vandali devastatori..."
Il monumento, isolato dalla terraferma, racconta una storia che va dall'età cartaginese sino all'età borbonica, quando il castello militare - dal 1849 - venne utilizzato come carcere. Scampato ai bombardamenti ed ai mitragliamenti del secondo conflitto mondiale - ma non ai saccheggi, a fine 1943 e sino al ritorno dei detenuti - questa destinazione terminò nel 1965, quando fra i reclusi figuravano alcuni esponenti della mafia di Campobello di Mazara. In questa "Alcatraz" trapanese - che in età borbonica vide in cella il generale Guglielmo Pepe, e, nei primi del Novecento, il brigante di Alcamo Raffaele Ballo - furono ospitati sino a 600 detenuti. Non mancarono le evasioni: l'ultima nel maggio del 1963, quando tale Vincenzo Caruso riuscì a scavalcare le mura di cinta, guadagnando a nuoto la vicina terraferma. Ora, nel progetto che dovrebbe finalmente salvare la Colombaia grazie ai milioni del PNRR c'è anche la possibilità di realizzare una passerella che dovrebbe collegare il vecchio carcere con il porto turistico di Trapani: la città - fra il disinteresse di tanti e le aspettative di pochi - attende.
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