Al largo di Ginostra, nel mare di Stromboli. Foto di Armao pubblicata nell'ottobre del 1975 dalla rivista "Sicilia" edita dall'assessorato regionale al Turismo |
Cesare Brandi visitò per la prima volta le Eolie nel 1950. Era un periodo in cui le isole conservavano ancora un carattere di arcaica quotidianità, favorita dall'assenza di quel turismo di massa che determina il consumo delle identità locali, inevitabile contropartita del benessere economico. Lo storico dell'arte si innamorò soprattutto di Panarea, "isola meravigliosa, che unisce la fantasia nordica al calore abbagliato del sud: Grunewald e la Grecia". Anni dopo - nel 1971 - Brandi sarebbe tornato a visitare l'arcipelago messinese, così descrivendo Stromboli, la più orientale fra le sette isole:
"Stromboli sembra da lontano un piviale di broccato azzurro e oro che invece della mitria del vescovo innalza un pennacchio di fumo; Basiluzzo, Dattilo, si vestono di sfumature che vanno dal giallo zolfo, a quello tenero e quasi lattiginoso, al turchese e all'ametista. E tutto ciò su un mare che da lontano è azzurro fondo come lo è solo l'Egeo, e da vicino è trasparente proprio come quella pietra preziosa che appunto si chiama acqua-marina..."
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