Anfore da trasporto conservate a Marsala all'interno del Museo Archeologico del Baglio Anselmi. Foto Ernesto Oliva-ReportageSicilia |
Più delle estese rovine archeologiche di Selinunte, più dei resti colossali dei templi di Agrigento, più della grandezza scenografica dei teatri di Segesta, di Taormina e di Siracusa, sono le migliaia di antiche anfore da trasporto marittimo accumulate nei musei dell'Isola a raccontare la vita ed i traffici di persone e di merci che da millenni pongono la Sicilia al centro della storia del Mediterraneo. Dinanzi a questi contenitori di olio, di vino e di granaglie, ci appare evidente il continuo riciclo e mischiarsi, in quest'isola, di persone e di popoli diversi, ciascuno con proprie abitudini e diverse culture di origine.
"A chi cerchi di abbracciare con uno sguardo solo tutta quanta la storia della Sicilia - ha scritto a questo proposito il geografo Ferdinando Milone in "Sicilia. La natura e l'uomo" ( Paolo Boringhieri, Torino, 1960 ) - due motivi balzano evidenti: la situazione geografica, che ne ha fatto un ponte tra l'Oriente e l'Occidente, il Settentrione e il Mezzogiorno, ponendola nel bel mezzo del Mediterraneo; e la complessità del suo popolamento... In conseguenza, l'antichità e la complessità della storia dell'isola, delle sue città e dei suoi borghi; la diversa economia, nel mutare delle condizioni storiche; e forse anche la originaria differenza tra le genti che la abitarono, dovevano necessariamente fare composita la psicologia della popolazione..."
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