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domenica 9 settembre 2012

IL DIFFICILE DESTINO DELLO SPASIMO


Materiali lapidei giacenti dentro la navata centrale dello Spasimo 
prima del restauro.
Il complesso monumentale palermitano, dopo decenni di abbandono e la riapertura
dopo gli interventi di recupero del 1995,
versa di nuovo in condizioni di degrado.
L'edificio è chiuso al pubblico da mesi e le aspettative di una riapertura devono fare i conti con la penuria delle risorse economiche comunali.
Le immagini della chiesa sono tratte dalla pubblicazione "Lo Spasimo"
edita dal Comune di Palermo nel 1995

Non c’è monumento a Palermo più dimenticato per secoli dalla città e poi diventato – dopo il recupero – uno dei suoi simboli culturali: lo Spasimo, o, per essere più precisi, la chiesa di Santa Maria dello Spasimo, nel quartiere della Kalsa.
Fu nel 1995 che il complesso monumentale, con l’annesso ex ospedale “Principe Umberto”, venne riconsegnato ai palermitani ed ai turisti; la sua volta a cielo aperto, simile a quelle di San Galgano in Toscana e della chiesa do Carmo a Lisbona rappresentava un’eccezionale richiamo per i visitatori.
Oltretutto, lo Spasimo è per la Sicilia quasi un “unicuum” artistico, grazie alle sue matrici architettoniche gotico-settentrionali caratterizzate dalla predominanza delle volumetrie, dallo slancio in verticale di abside a pianta poligonale coperta da una volta stellare con possenti arcate a sesto acuto e con quattro monofore sguinciate sui muri conclusivi dell’impianto a croce.

Elementi architettonici provenienti da altri edifici palermitani abbandonati all'interno dell'abside dello Spasimo,
a partire dalla fine del secolo XIX.
Nei suoi 500 anni di storia, l'edificio architettonico ha patito la continua modifica di destinazione d'uso, che l'ha trasformato anche il lazzaretto e  deposito di carrozze
Nato agli inizi del secolo XVI come convento dei padri di Monte Oliveto grazie ad una donazione del giureconsulto palermitano Girolamo Basilicò – devoto alla “Madonna che soffre per il Cristo in croce”, e da qui la denominazione di “Spasimo” – il convento non venne mai completato.
Nel corso dei secoli successivi, l’edificio avrebbe ospitato via via spettacoli teatrali, un lazzaretto per malati di peste, un deposito di carrozze del Senato cittadino, un ospizio per poveri, un sifilicomio, un deposito per la custodia di neve ed, infine, un magazzino di reperti d’arte provenienti da altri monumenti cittadini.
Vegetazione ed elementi decorativi che prima del restauro impedivano quasi l'accesso all'interno della chiesa.
I primi interventi di recupero ebbero inizio nel 1988, dopo il crollo di un bastione che nel dicembre di due anni prima sembrò compromettere il destino del complesso architettonico
 
“La molteplicità degli usi, il lungo abbandono, la totale mancanza di manutenzione – scriverà Renato Palazzo – può far comprendere lo stato di abbandono raggiunto e di precarietà delle strutture ed il loro lento ed inesorabile volgere verso la condizione di rovina”.
Non meno sofferte furono poi gli eventi che portarono in Spagna – oggi al Museo del Prado – l’opera di Raffaello dedicata alla Madonna dello Spasimo commissionatagli nel 1516 dallo stesso Girolamo Basilicò. Il quadro, nel 1661, finì in maniera non documentata nelle mani di tale D.Giovanni Dies che lo donò al vicerè spagnolo D.Ferdinando D’Ayala: da qui, l’opera di Raffaello prese presto il mare con destinazione Madrid, presso la corte di Filippo V. 

Dal precario deposito di reperti architettonici recuperati all'interno dello Spasimo figurarono numerosi calchi in gesso provenienti
dall'Accademia di Belle Arti di Palermo 
Purtroppo, alcuni interventi di manutenzione elettrica,  nell'agosto del 2009 - ed un successivo sequestro giudiziario della Procura, legato al rischio di crolli di intonaci e paramenti murari, nell’ottobre del 2011 - costringono lo Spasimo alla chiusura.
Il Comune di Palermo aveva preannunciato un restauro entro questa estate, ma il timore è che i bilanci in rosso di palazzo delle Aquile possano nuovamente far cadere lo Spasimo nell’abbandono.

In questa incisione di Minneci e Filippone è evidente
lo stato di degrado dello Spasimo
già nei primi decenni del secolo XIX: l'opera è datata 1834
 
In attesa che i fatti smentiscano le preoccupazioni per il monumento della Kalsa, ReportageSicilia ripropone alcune fotografie che documentano lo stato di degrado dell’edificio prima del 1995.
Le immagini sono tratte dalla pubblicazione “Lo Spasimo”, un ormai raro libretto edito quell’anno dal Comune di Palermo con testo critico di Giovanni Palazzo.
  
"La Madonna che soffre dinanzi il Cristo in croce" è l'opera che Raffaello dipinse nel 1516 per il giureconsulto palermitano Girolamo Basilicò,
che donò l'opera al convento dello Spasimo.
Il quadro finì in Spagna presso la corte di Filippo V in circostanze poco chiare
e si trova oggi esposto al Museo del Prado.
L'immagine è tratta da www.museodelprado.es
   
 

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