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domenica 8 febbraio 2015

PAESAGGI EOLIANI D'INIZIO NOVECENTO

La remota e selvaggia bellezza dell'arcipelago messinese in dieci fotografie tratte da una guida del TCI e delle Ferrovie dello Stato edita nel 1921


La locanda della vedova Renda, a Stromboli,
unica struttura alberghiera dell'isola
agli inizi dello scorso secolo.
Le fotografie riproposte da ReportageSicilia
vennero pubblicate nella guida "Sicilia"
edita dal TCI e dalle Ferrovie dello Stato nel 1921
per la collana "Guide Regionali Illustrate"

"Manca assolutamente d'alberghi qualsiasi e d'ogni conforto.
Si è però accolti benevolmente ed in qualche modo serviti ed alloggiati presso la vedova Renda.
Conviene portarsi scatole di conserve e bottiglie di acqua minerale non essendovi che acqua di cisterna"

Con questi consigli nel 1919 la Guida Rossa del TCI della Sicilia descriveva le difficoltà di un soggiorno a Stromboli per i pochissimi viaggiatori che all'epoca decidevano di visitare le Eolie.
Agli inizi dello scorso secolo, le isole messinesi  vivevano una condizione di totale marginalità, aggravata dagli scarsi collegamenti navali con la Sicilia.
La vita quotidiana degli abitanti dell'arcipelago era durissima, specie nella stagione invernale, quando l'utilizzo degli elicotteri per il trasporto di generi di prima necessità era ancora sconosciuto. 
Il turismo - con i benefici economici e le inevitabili distorsioni della cultura locale degli ultimi anni - era un'attività quasi assente, limitata alle escursioni di pochi studiosi della natura vulcanica delle isole.


Sopra e sotto,
un veduta di Stromboli dalla cima di Strombolicchio
e la Sciara del fuoco



La povertà e la durezza della vita in gran parte delle Eolie erano state descritte mezzo secolo prima prima con queste parole dal geografo Elisée Reclus dopo una visita a Vulcano:

"Quantunque la superficie si estenda per 50 chilometri quadrati - notava Reclus nella relazione di viaggio "La Sicilia e l'eruzione dell'Etna", datata 1865 - Vulcano non è stabilmente abitata che da sei o sette operai intenti a farvi la raccolta di zolfo e di acido borico o di allume.
L'officina è un mischino tugurio che per colore si confonde colle rocce circostanti; gli operai, veri trogloditi, succinti in sordide vesti, alle quali la polvere della lava dona una tinta di ruggine, dimorano negli antri di Vulcanello.


Sopra e sotto,
il vallone Mulinelli ed una visione delle Eolie a Vulcano



Tentarono di coltivare legumi nella convalle delle ceneri e delle scorie, ma invano; ogni fil d'erba vi si spegne, e tra i molti frutteti colà piantati non restano che due o tre ceppaie di fichi rattrappiti e morenti.
Ogni settimana deesi aspettare da Lipari ogni sorta di vitto; se per malaventura il battello delle provvisioni mancasse ad uno solo dei suoi viaggi, la piccola popolazione di Vulcano sarebbe condannata a perire di fame"


Sopra e sotto,
Cala Malfa a Salina



   
Ancora la Guida Rossa del TCI, 54 anni dopo la descrizione di Reclus promuoveva così i viaggi alle Eolie:

"La visita di queste isole, cui la natura essenzialmente vulcanica conferisce uno specialissimo carattere, è del massimo interesse.
Attratti ed assorbiti dalle altre bellezze sicule ed anche, del resto, scarsamente informati su quanto si riferisce alle Eolie, i turisti le hanno sempre trascurate, ma a torto.
Esse debbono invece almeno formare oggetto di un'escursione di due giorni, ma possono causarne una di parecchi giorni: anzi, possono costituire lo scopo di un viaggio a sé..."

In un'altra opera edita due anni dopo dal TCI in collaborazione con le Ferrovie dello Stato ( "Sicilia", collana delle Guide Regionali Illustrate, 1921 ), furono pubblicate alcune fotografie delle isole, ora riproposte da ReportageSicilia.
Anche in questa guida non mancano indicazioni che rendono l'idea dello spirito allora necessario per visitare un arcipelago lontanissimo dagli attuali standard di vita:

"Per una gita nelle Eolie, che racchiudono tutte le manifestazioni delle varie forme e delle varie fasi dei vulcani, conviene andare da Milazzo a Lipari col piroscafo; in barca da Lipari a Vulcano e viceversa; col piroscafo si può visitare in seguito Salina, Panaria e Stromboli e, volendo, anche Filicuri e Alicudi, predisponendo l'itinerario in modo da pernottare a Lipari ed a Stromboli.
Ma chi volesse compiere una gita completa - godendo tutta la bellezza dell'arcipelago - dovrebbe a Lipari prendere a nolo, nella buona stagione, una barca a vela e quattro rematori - e con essa, con libertà assoluta di programma, o combinato con gli orari dei piroscafi, si potrebbe in quattro giorni completare l'escursione sì varia e pittoresca che pel turista, pel botanico, pel geologo, offre largo campo di studi e di bellezze naturali.
Partendo da Milazzo, a circa 38 chilometri e mezzo, è Lipari; lungo la navigazione si gode un panorama incantevole sulla costa occidentale della Sicilia alla quale, in fondo alle verdi vallate ed alle ripide fiumare, fanno sfondo le Caronie, le Madonie ed i monti Peloritani dominati dalla piramide nevosa del Mongibello..."

Oggi le Eolie sono una meta ordinaria di viaggio e per appassionati della natura e per i semplici turisti italiani e stranieri che desiderano bagnarsi in un mare quasi ovunque pulito.


Sopra e sotto,
una panoramica del centro abitato a Lipari e Canneto



Alberghi, residence, B&B e case private hanno cancellato il centenario ricordo della "benevola accoglienza"  offerta dall'alloggio della vedova Renda a Stromboli.
Né più e né meno di quanto accaduto in altre isole minori, insomma, le Eolie hanno perso quel fascino selvaggio che sino a qualche decennio fa ne faceva luogo frequentato da pochi e spesso bizzarri ospiti.


Il centro abitato a Salina

Tuttavia, chi riconosce ancora all'arcipelago vulcanico il titolo di isole di vento e di fuoco, non può non approvare quanto suggerito dalla scrittrice milanese Gin Racheli:

"Le Eolie - si legge nel volume "Eolie di vento e di fuoco" ( Mursia, 1977 ) - sarebbero fatte per un turismo raccolto, attento, capace di silenzio; sono fatte per un'esperienza interiore profonda di incomparabili e irripetibili incontri con la natura, la storia, l'arte.
La loro dimensione fisica non consente i grandi numeri, non è compatibile con le grandi masse.
Perciò quel che vi accade in agosto è pura follia, è incivile, è esattamente il contrario di quanto per noi è la vacanza.
Da un lato quindi sconsigliamo nella maniera più decisa e convinta di visitare l'arcipelago tra il 20 luglio e il 31 agosto: i mesi più raccomandabili sono aprile, maggio, giugno, settembre e ottobre..."  
  
  


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