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domenica 25 febbraio 2018

L'IMPRONTA SIRACUSANA DELLA SICILIA DI FOLCO QUILICI

Il mare di Siracusa ad Ortigia.
Le fotografie sono di ReportageSicilia
"Siamo ormeggiati a Siracusa.
Qui aveva avuto inizio il mio 'rapporto' con la Sicilia.
Compivo allora otto anni d'età e ascoltavo le cronache di mio padre, giornalista, e mia madre, pittrice, su quella città che loro visitavano durante gli scali del volo che li portava a Tripoli, dove spesso si recavano per lavoro.
Allora, Siracusa era tappa obbligata per rifornire gli aerei di carburante, oppure per lunghe soste che potevano protrarsi più del previsto - a volte anche due o tre giorni, se il vento non si placava - a causa di complicazioni meteorologiche.
Di questi contrattempi, i miei genitori non si lamentavano.
Godevano per il tempo concesso da quel guasto oppure da una libecciata che, mutando l'orario del viaggio, offriva occasioni di conoscere sempre il patrimonio archeologico di quella città.


I loro racconti avevano così alimentato la mia curiosità per una parte d'Italia tanto diversa da quella dove vivevo, contribuendo non poco al mio entusiasmo quando per uno dei miei primi lavori vi giunsi"

L'ultima opera di Folco Quilici, scomparso all'età di 87 anni, è stata un tributo a quell'Isola cui lo hanno sempre legato vecchi ricordi familiari e la smisurata passione per il mare.
In "Tutt'attorno la Sicilia" ( UTET, 2017 ), Quilici ha lasciato testamentaria memoria di un rapporto intimo con i mari e coste isolane: una frequentazione iniziata nell'infanzia e proseguita con la produzione di documentari - l'ultimo, "Sicilia '43", lo scorso anno, dedicato allo sbarco alleato - film e libri.
Con Quilici, è morta insomma una delle più attendibili e longeve memorie sulla storia marina ed ambientale siciliana dell'ultimo mezzo secolo.


Uno dei suoi tributi più noti all'isola, nel 1970, è stato il documentario "La Sicilia vista dal cielo", con la collaborazione di Leonardo Sciascia; negli ultimi anni, aveva coltivato un saldo rapporto con Sebastiano Tusa, Sovrintendente del Mare della Regione.
Nelle pagine e nelle parole dei suoi numerosi reportage dedicati alla Sicilia, Folco Quilici ha descritto con garbata passione la bellezza delle isole Egadi - e di Marettimo in particolare - e i tanti scempi compiuti dall'uomo: come quello compiuto dall'industria del petrolio a Gela, descritto come una "dolorosa dissacrazione e un'offesa a quel magico tratto di costa".

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