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giovedì 9 maggio 2024

FAMA, VICISSITUDINI E SALVAGUARDIA DELL'ASINO PANTESCO

Fotografie
Ernesto Oliva-ReportageSicilia


"Anche l'asino di Pantelleria, più perfetto ed elegante, interessa; e sempre quell'isola è stata celebre per i suoi asini... Ma Pantelleria ha disgraziatamente troppi pochi asini. Non arrivano al migliaio"

Così nel 1934 il giornalista agrario Arturo Marescalchi lamentava l'esiguo numero di asini panteschi presenti nell'isola: una popolazione che nei decenni successivi si sarebbe drasticamente ridotta, causa gli incroci con altre razze e le migrazioni dell'animale dalla Sicilia. Nel 1982 - un anno dopo che il rischio della loro estinzione era addirittura approdato alla trasmissione della Rai "Portobello" - ne erano sopravvissuti 16 esemplari, 12 maschi e 4 femmine. Nel 1985, la sorte dell'asino pantesco parve segnata da uno sfortunato incidente: l'ultimo esemplare maschio - denominato "Arlecchino" - morì annegato nelle acque del porto di Pantelleria per la rottura del cavo di sollevamento utilizzato per lo sbarco nell'isola allo scopo di fargli fecondare l'ultima asina in vita. 



Negli anni successivi, l'Azienda Foreste Demaniali della Regione Sicilia avviò un progetto per il recupero dell'asino pantesco all'interno del demanio forestale di S.Matteo, ad Erice. Grazie a lunghe ricerche anche genetiche su circa 200 esemplari, furono prescelti tre maschi e sei femmine con una percentuale di razza pantesca variabile fra l'80 ed il 95 per cento. 



Nel 1994 si registrarono le prime nascite che sino ai nostri giorni hanno permesso di recuperare gli standard originali vantati dall'asino pantesco, citato per le sue doti anche nel racconto di Luigi Capuana "L'Abate Castagna e l'asino cattivo".

"Assai ricercato per la eccezionale capacità di produzione di ibridi longevi e robustissimi, l'asino di Pantelleria - si legge in "Allevamento degli asini di Pantelleria" edito nel 2002 dalla Regione Siciliana e dall'Azienda Foreste Demaniali di Trapani - era altresì apprezzato per la sicurezza del passo e per la velocità di marcia  ( anche 25 km/h su percorso piano e 15 km/h a tiro leggero ) e veniva preferito di gran lunga al cavallo come cavalcatura comoda e rapida su tutti i terreni. Tra i pregi di questi asini non è certo da trascurare quello di essere stata fra le razze che hanno contribuito alla costituzione della razza ragusana..."

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