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venerdì 15 febbraio 2013

IL DOPOGUERRA DI PATELLANI A PALERMO

Un carro trainato da un cavallo e carico di sacchi in una strada di Palermo.
La fotografia - insieme alle altre riproposte in questo post da ReportageSicilia - è stata scattata nel 1946 dal fotografo monzese Federico Patellani,
uno dei fondatori del fotogiornalismo italiano.
Le sue immagini palermitane provengono dall'archivio
del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo.
A Patellani si deve il lancio dei "fototesti", apparsi per la prima volta
nel settimanale "Tempo": "una formula di giornalismo illustrato moderno - scriveva - nella quale il racconto sia affidato in prima linea alla fotografia..." 
Le didascalie che accompagnano le immagini riproducono la schedatura museale dell'archivio di Federico Patellani

Federico Patellani ( Monza 1911 – Milano 1977 ) è considerato come uno dei più importanti maestri del fotogiornalismo italiano.
A lui si attribuisce infatti l’ideazione del “fototesto”, vale a dire – secondo una sua stessa definizione - “una formula di giornalismo illustrato moderno, nella quale il racconto sia affidato in prima linea alla fotografia, mentre alla parola – brevi testi e didascalie – sia affidata la funzione di raccordo e di commento”.


"MACERIE DEI BOMBARDAMENTI ALLEATI"

Le prime esperienze fotografiche di Patellani risalgono al 1935, quando il futuro collaboratore del settimanale “Tempo” – all’epoca ufficiale del Genio – eseguì con una Leica una serie di scatti in Africa Orientale, poi comparsi sull’”Ambrosiano”.
Proprio per “Tempo”, nel 1940 Federico Patellani avrebbe documentato in borghese le operazioni militari in Jugoslavia.


"BAMBINI SEDUTI PER TERRA GIOCANO LUNGO LA STRADA"

Il secondo conflitto mondiale determinò il suo richiamo alle armi, aggregato alle squadre fotocinematografiche in Russia; quindi, dopo l’8 settembre del 1943, Patellani si rifugiò in Svizzera.


"UN BAMBINO VENDE LE SIGARETTE"

Al termine del conflitto, il fotografo monzese avrebbe percorso l’Italia per documentare le difficoltà della ricostruzione e le sue trasformazioni politiche e sociali.


"NEI PRESSI DELLA STAZIONE FERROVIARIA -
DUE BAMBINE  SCALZE CON IL PADRE DAGLI ABITI STRACCI"

Questo impegno avrebbe segnato l’affermazione dei suoi fototesti, nei quali Patellani corredava le immagini con brevi didascalie da lui stesso scritte.
I 22 scatti che accompagnano questo post di ReportageSicilia fanno parte dell’archivio del fotografo lombardo – conservato presso il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo ( Fondo Archivio Federico Patellani ) http://www.mufoco.org/ - e furono eseguiti a Palermo nel 1946.


"SCOLARI E MAESTRA SUL CIGLIO DELLA STRADA -
ALCUNI SEDUTI SUL MARCIAPIEDE"

Il valore di questi “fototesti” è notevole, perché testimoniano un periodo poco documentato della vita quotidiana palermitana stravolta dagli stenti e dalla precarietà dell’immediato secondo dopoguerra. “Per 14 volte – ha scritto Giuseppe Barbera nel suo recente saggio “Conca d’oro” – da gennaio a giugno del 1943, le fortezze volanti avevano bombardato Palermo, dandole il primato tra le città italiane meridionali più martoriate”.


"PERSONE IN CODA ALL'ESTERNO DI UN EDIFICIO - 
MILITARI SVOLGONO SERVIZIO D'ORDINE"
Alla fine di quell’anno gli alloggi distrutti dalle bombe, in tutta la provincia, erano stati più di 83.000: migliaia di sfollati e senza tetto vivevano così in condizioni di miseria, guadagnandosi poche lire raccogliendo e rivendendo ferro vecchio, rame, stracci, oggetti usati o le bucce degli agrumi; decine erano invece i bambini che andavano in giro per le strade, recuperando il tabacco dalle cicche delle sigarette.


"PERSONE SEDUTE DAVANTI L'USCIO DI NEGOZI - PANNI STESI AI BALCONI"
     
Nello stesso anno del reportage di Patellani – il 13 marzo del 1946 – la città aveva vissuto una giornata di disordini popolari, con in testa reduci di guerra e disoccupati.
Nel giro di poche ore, furono devastati l’Ufficio Comunale delle Tasse e delle Imposte in via Maqueda, l’Esattoria Comunale in via Cavour e la Prefettura in piazza Florio.


"DUE UOMINI SU UN CARRETTO TRAINATO DA CAVALLO TRASLOCANO DEI MOBILI"
L’ultimo assalto – ai danni dell’Ufficio Carte Annonarie, in via Libertà – ebbe un tragico epilogo, con l’uccisione di un poliziotto e di un giovane operaio ed il ferimento di altre dieci persone. 
In precedenza, l’inverno 1944-1945 aveva riservato casi di vaiolo e temperature rigidissime.


"UN ASINO LEGATO AD UN CARRETTO SICILIANO - PASSANTI"
“I mendicanti – informava il “Giornale di Sicilia” del 4 gennaio 1945 - si sono moltiplicati con un crescendo impressionante… Se ne vedono ovunque… spesso si tratta di gente giovane, addirittura ragazzi… talvolta sono vecchi e vecchie… mamme smunte, ridotte fisicamente ai minimi termini, e che pure devono sfamare un pargolo che succhia da quella esistenza avvizzita…”.


"UN CONTADINO AIUTA UN VITELLO AD ALLATTARSI"

Nei giorni trascorsi da Patellani a Palermo un anno dopo, la città mostra ancora tutte le ferite provocate dalla guerra. Il fotografo documenterà nei suoi “fototesti” il freddo e la povertà sofferti in strada da molti bambini; l’edilizia del centro storico sventrata dalle bombe ed i carretti carichi di masserizie di famiglie che cercano ancora un alloggio; i venditori ambulanti di poveri generi alimentari ed un pastore che sullo sfondo di un muro sbrecciato aiuta un vitello a succhiare il latte da una mucca; una classe di scolari – alcuni dei quali scalzi - in compagnia della propria insegnante.


"UNA DONNA SI AFFACCIA DA UN TRAM IN CORSA"

Patellani coglie il clima di povertà e l’incertezza del vivere quotidiano anche negli scatti che ritraggono personaggi che rappresentano le incognite del futuro e la precarietà dei momenti di svago: una chiromante ed un gruppo di suonatori di strada.


"CHIROMANTE"

Altre fotografie, invece, colgono situazioni che raccontano una Palermo che cerca di tornare città normale: persone che aspettano  un autobus nei pressi di un'edicola - dinanzi il Teatro Massimo - o la balia che conduce un passeggino lungo viale della Libertà,  a poca distanza dall’Istituto Gonzaga.


"DANZA POPOLARE ALL'APERTO. FOLLA AMMIRA I MUSICISTI ED IL DANZATORE"

Infine, alcune immagini di Federico Patellani sottolineano le tensioni politiche siciliane del periodo, fra spinte indipendentistiche, richiami ad annessioni agli Stati Uniti ed ideologia comunista. 


"DUE BAMBINI ACQUISTANO DOLCIUMI DA UN VENDITORE AMBULANTE"


"UNA DONNA ACQUISTA UNA BUSTA DI SEMI DA VENDITORE AMBULANTE"

Al fotografo monzese si devono gli scatti del ritorno a Palermo dal confino politico di Ponza di Andrea Finocchiaro Aprile, leader del Movimento Indipendentista Siciliano.

"PERSONE IN ATTESA SU UN MARCIAPIEDE NEI PRESSI DI UN'EDICOLA"


"REFERENDUM 1946 - UNA BALIA CON PASSEGGINO COSTEGGIA UN MURO
CON LA SCRITTA 'PLEBISCITO'"


"PERSONE ATTENDONO L'ARRIVO DI ANDREA FINOCCHIARO APRILE"
"ANDREA FINOCCHIARO APRILE PARLA ALLA FOLLA"

Il 17 febbraio del 1946, la “Leica” di Patellani fissa l’attesa della folla allo scalo di Boccadifalco, l’arrivo del velivolo ed un momento del comizio di Finocchiaro Aprile; la stagione dell'indipendentismo isolano - accompagnata dall'ambigua presenza di Salvatore Giuliano - terminerà 5 anni più tardi, con lo scomparsa del MIS.

"UN MURO RECA LA SCRITTA "W SICILY OF U.S. AMERIC"
"UN MURO CON LA SCRITTA W LA RUSSIA"



   
          


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