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martedì 1 settembre 2015

CANZONI, DOLCI E IL VINO DI UN BOSS PER UN CAMPIONE DELLA TARGA

Fra le tante storie raccontate dalla Targa Florio anche quella dell'inconsapevole amicizia fra Umberto Maglioli e don Peppino 'u Fricanu, poi rivelatosi al pilota un capomafia delle Madonie: una vicenda ricordata nelle pagine del libro di Enzo Russo "Piloti Biellesi", edito nel 1997 da Edizioni Sidmi srl Milano


Umberto Maglioli e la sua Porsche 904
sul tracciato della XLIX Targa Florio,
disputata il 9 maggio del 1965.
In coppia con Linge, il pilota piemontese
concluse al terzo posto.
Le immagini del post sono tratte dal volume
"Piloti Biellesi", opera citata 

Il biellese Umberto Maglioli ( 1928-1999 ) è stato uno dei piloti automobilistici più amati in Sicilia.
Nella sua lunga carriera agonistica, Maglioli è stato protagonista vincente alla Targa Florio, al Giro di Sicilia ed alla Palermo-Monte Pellegrino, le gare più prestigiose dell'isola.
Qui, gli appassionati ne apprezzavano le doti di guida, unite alle qualità umane coltivate con la modestia e l'affabilità espressa dai sorrisi sinceri.
Di quel rapporto, Maglioli conservò memoria anche dopo l'abbandono delle competizioni.
Alle persone che gli chiedevano delle corse disputate in tutto il mondo, era solito infatti ricordare che i luoghi dove aveva più sentito l'affetto della gente erano stati la Sicilia ed il Messico.
Le volte in cui arrivava a Palermo, Maglioli non poteva fare a meno di procurarsi i dolci della pasticceria Caflish; sembra che ne conservasse un vassoio sotto il sedile dell'auto per affrontare i primi chilometri delle gare...
Il suo primo successo nell'isola risale al 1948, quando si affermò come vincitore di classe con una Lancia Aprilia all'VIII Giro di Sicilia.
Nel maggio del 1953, nel giro di quattro giorni, vinse su una Lancia D20 sia la Palermo-Monte Pellegrino che la XXXVII Targa Florio: un doppio alloro che la casa torinese gli rimproverò, visto che Maglioli prese parte di sua iniziativa alla cronoscalata con il "muletto" preparato esclusivamente per la Targa.
Quindi, dopo un secondo posto nel XV Giro di Sicilia del 1955 alla guida di una Ferrari 750 S, Maglioli avrebbe legato per sempre la sua storia agonistica ad altri due successi alla XL e LII Targa ( nel 1956, su una Porsche 1500, e nel 1968, su una 907 della stessa casa di Stoccarda ). 


Maglioli si concede
la più soddisfacente sigaretta
della giornata poco dopo avere vinto
la XL Targa Florio, il 10 giugno del 1956,
alla guida di una Porsche 550A

Il suo rapporto con la gara delle Madonie è legato anche alla scelta di chiudere la carriera agonistica sulle strade della Targa nel 1970, dopo un incidente da cui uscì fortunatamente incolume. 
Un ritratto del pilota Umberto Maglioli e delle sue esperienze in Sicilia si legge nel volume di Enzo Russo "Piloti Biellesi - Giovanni Bracco e Umberto Maglioli", pubblicato in mille copie nell'ottobre del 1997 da Edizioni Sidmi srl Milano.
Del libro, appassionante nel racconto delle storie di due campioni dell'automobilismo su strada italiano ( e con un corredo di immagini tratte anche dagli archivi privati dei piloti ), ReportageSicilia ripropone alcune fotografie e una pagina riguardante l'ultima sfortunata partecipazione di Umberto Maglioli alla Targa
  
"Il ritorno nell'isola è sempre un appuntamento piacevole.
Ormai gli amici che lo aspettano sono centinaia, l'entusiasmo degli spettatori è immutato e i dolci sono buoni come allora.
Certo, il fondo stradale non è più paragonabile a quello della Targa del 1953, ma il tracciato è identico e le emozioni sono intatte.
Canta sempre, mentre guida, e nemmeno lui riesce a sentire la propria voce, coperta dal frastuono del motore.
Canta le canzoni che ricorda, un po' alla rinfusa, mischiando le parole, ma quando da Collesano la strada piomba giù verso Campofelice e di botto, dopo le montagne aspre e deserte, come un miraggio compare la striscia blu del Tirreno, intona una vecchia canzone: 'Il mare'.
Sempre, ogni volta che corre fra le Madonie, a ogni giro...


Dopo una gara resa ancora più insidiosa dalla pioggia,
Umberto Maglioli vinse alla guida di una Lancia D20
la XXXVII Targa Florio.
Era il 14 maggio del 1953

L'ultima corsa di Maglioli è la Targa del 1970, con l'Alfa 33.
Il suo compagno è Nanni Galli, che però su quella macchina non salirà mai.
Al primo giro, su un tratto umido, l'Alfa vola fuori strada.
Nessuna conseguenza fisica, ma è una specie di segnale, che viene prontamente raccolto. Mai più in pista.
Il caso vuole che vicino al punto dell'incidente ci sia la terra di un vecchio conoscente locale, un certo Peppino soprannominato 'u Fricanu, cioè l'Africano, come Scipione.
A ogni Targa, Maglioli e Peppino si sono incontrati, hanno fatto qualche battuta di caccia, hanno bevuto un bicchiere del forte vino locale.
Solo dopo molti anni, parlando al telefono col sindaco di un paesino della Targa, Maglioli apprenderà che 'u Fricanu, oggi defunto, era uno dei boss mafiosi delle Madonie.


Maglioli all'uscita dei box di Cerda
durante la XLVII Targa Florio,
disputata il 26 aprile del 1964.
In coppia con Barth alla guida di una Porsche 904,
concluse al sesto posto

Il ritorno a Cerda dopo l'incidente è una specie di pellegrinaggio.
Nessun concorrente si ferma a offrire passaggi, e tornare lungo il percorso è sconsigliabile, sia perché c'è parecchia strada, sia perché verrebbe fermato almeno un migliaio di volte dagli spettori.
Così taglia per i campi, fidandosi del proprio senso dell'orientamento e di una conoscenza del territorio che in diciassette anni è diventata quasi perfetta.
E' una scarpinata di due ore fino ai box, a dare spiegazioni al deluso Galli e all'imbronciato Chiti..."



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