Mattonella maiolicata a Palermo. Fotografia di ReportageSicilia |
"Nella provincia di Agrigento, ove la mafia era ed è il potere, e dove parte del potere politico a volte con questa si identifica, la polizia dello Stato non è riuscita mai ad assicurare alla giustizia i criminali più o meno organizzati, sia che i delitti fossero stati commessi contro poveri diavoli, sia che avessero colpito uomini politici appartenenti a partiti al potere, e sia che fossero stati perpetrati a danno di organizzazioni politico sindacali dei partiti di opposizione.
In una relazione politica riservata del dottore Raffaello Rubino, segretario provinciale della DC inviata alla direzione nazionale ed alla segreteria regionale del partito, in occasione dei risultati elettorali del maggio 1956, si legge che nella provincia di Agrigento
'vi sono numerosi ras locali e capi gens incapaci di comprendere che la vita di un partito moderno non può dipendere da chi pretende ubbidienza e servigio politico in nome di un dominio familiare tradizionale e che vorrebbero continuare a controllare l'elettorato con tutto il bagaglio di intimidazione e corruttela del tempo del collegio uninominale'
Per la prima volta, anche se non esplicitamente, in un documento del maggiore partito italiano, veniva denunziata la presenza di 'ras locali' e dei 'capi gens', cioè la presenza di quegli ambigui intoccabili che il popolo siciliano chiama comunemente 'pezzi da 90' e 'mammasantissima'"
MICHELE PANTALEONE, "Antimafia occasione mancata", Einaudi, 1969
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