Il "porto vecchio" di Cefalù. Fotografia di Bruno Stefani pubblicata nel 1967 nel volume "Il folklore" della collana "Conosci l'Italia" edita dal Touring Club Italiano |
Malgrado le trasformazioni subite da un turismo di massa che ha omologato l'atmosfera e l'identità di una località che un tempo possedeva un aspetto unico ed irripetibile, Cefalù conserva ancora tracce di irripetibile suggestione. Una di queste - lo specchio di mare del "porto vecchio" - è rimasta nella memoria di Matteo Collura. Nel 2012 il giornalista e saggista agrigentino ne fece cenno nella prefazione del libro di Angelo Pitrone "Cefalù", edito da Salvatore Sciascia Editore e dalla Fondazione Culturale Mandralisca:
"Certe mattine, a Milano, dove da molti anni lavoro e abito, la tazzina del caffè in mano, per meglio propiziarmi la giornata, immagino di trovarmi in un angolo, che so io, la Rocca davanti, e gli scogli color carne della Kalura a far da argine a un mare i cui riflessi mutano di continuo, e che per i cefaludesi è una sorta di ambiente domestico, dove si va a passeggiare più che a navigare. So quel che dico perché, grazie alla generosità di una coppia di amici che hanno casa proprio nella parte più antica del paese, quella che si affaccia sul porto vecchio, di tanto in tanto mi capita di potermi svegliare davanti a quel mare. Una distesa d'acqua placida dove la gente passeggia, i piedi a mollo, parlottando e gesticolando, così come si fa all'uscita della messa, la domenica. Non mi è mai capitato di assistere a uno spettacolo del genere. Un mare che si fa piazza dove la gente si ritrova..."
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