Franca Vario, l'ultima tessitrice di tappeti ad Erice. Fotografie Ernesto Oliva-ReportageSicilia |
"Assai simili ad alcuni tappeti della Valtellina e sardi, i cosiddetti "pezzotti", sono le "frazzate" di Erice, ridente città medievale posta sulle alture del Monte San Giuliano sovrastante Trapani. Le frazzate sono ottenute ritessendo minuti frammenti di stoffa, ridotti a filamenti e variamente colorati. La trama decorativa di questi tessuti è costituita da composizioni geometriche, intrecciate o libere. La composizione e la accesa vivacità dei colori li distingue in genere dai pezzotti. Gli sforzi compiuti dall'Ente Nazionale per l'Artigianato e le Piccole Industrie per l'affermazione delle attività artigianali di questo centro sono oggi coronati da un buon successo organizzativo e commerciale. Va notato che dallo stesso tessuto vengono anche ricavate borse di varie fogge e capacità..."
Così nel 1966 il "Repertorio dell'artigianato siciliano" di Vittorio Fagone ( Salvatore Sciascia editore, Caltanissetta-Roma ) attestava allora la vitalità dell'artigianato ericino delle "frazzate", rappresentate da tappeti e coperte, retaggio di un'economia domestica in cui nulla veniva sprecato. Da stracci ritagliati in fettucce tessute al telaio, le donne di Erice erano in grado di creare una varietà di colorati motivi geometrici a rombi ed a bande trasversali variamente alternate. Ancora oggi, alcune case del borgo conservano vecchi telai costruiti sino a qualche decennio fa da falegnami locali con una tecnica perfezionata nel corso dei secoli.
Nel marzo del 1956, grazie alla costituzione di una Cooperativa Artigiana del Tappeto Ericino all'interno della chiesa di San Domenico, l'attività di tessitura era stata organizzata in maniera strutturata. Negli ultimi anni però lo spopolamento del borgo di Erice e le produzioni industriali dei tessuti hanno contribuito a far decadere questa forma di artigianato. Oggi l'ultima attiva tessitrice di tappeti è Franca Vario, figlia di Pina Parisi, una delle donne che contribuirono in quel lontanissimo 1956 allo sviluppo della Cooperativa. Nella sua bottega, il telaio occupa buona parte delle due stanze quasi foderate da tappeti colorati soprattutto in blu, rosso, giallo, bianco e nero: una ricchezza ed una vivacità di tonalità che, specie nei mesi invernali, contrastano con la fitta foschia che spesso ammanta la severa architettura di pietra di Erice.
Nessun commento:
Posta un commento