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domenica 5 gennaio 2025

SPERLINGA, IL CASTELLO DELLE TREMENDE PRIGIONI

Foto
Ernesto Oliva-ReportageSicilia


"Pur essendo ricordato fin dal 1082 in un diploma del Gran Conte Ruggero, è difficile individuare nelle attuali rovine elementi stilistici di epoca normanna, anzi va detto che esso si presenta in una tale nudità ornamentale da appartenere ad un Medioevo atemporale, nel quale è possibile datare con approssimazione soltanto la finestra a bifora della facciata assegnabile al tardo Trecento"

Così Gioacchino Tomasi di Lampedusa nel saggio "Castelli e monasteri siciliani"  ( Palermo, 1968, con fotografie di Enzo Sellerio ) descrisse il singolare aspetto del castello di Sperlinga: un maniero i cui ambienti furono in gran parte ricavati da antichissimi ingrottati che bucano una levigata e ripidissima roccia. Reso famoso dalle vicende dei Vespri siciliani del 1282, allorché i francesi vi furono accolti e protetti, conserva memoria di quell'evento nella scritta incisa sopra un arco interno: "Quod siculis placuit sola Sperlinga negavit", "Quello che i siciliani vollero solo Sperlinga rifiutò"






Sembra che terminato vittoriosamente l'assedio durato un anno, gli Aragonesi volessero demolire completamente il castello, riuscendovi solo in parte; e che nel 1881, in vista del sesto centenario dei Vespri, il Comune di Sperlinga avesse pensato di cancellare quella scritta. 



Nel 1973 lo stesso Comune sarebbe diventato proprietario del castello, acquistandolo dall'ultimo fra i numerosi proprietari per la somma simbolica di mille lire. 






Scavate nella pietra da cui si ricavarono gli ambienti di servizio, all'interno del maniero si osservano ancor oggi le scuderie, le stalle e quelle che Alba Drago Beltrandi definì giustamente "le tremende prigioni" ( "Castelli di Sicilia", "Silvana" Editoriale d'Arte, Milano, 1956 ). Forse nel ricordo di quello storico luogo di pena presente all'interno del castello, nel 1977 il sindaco di Sperlinga offrì allo Stato un vicino terreno comunale di 170 ettari per destinarlo alla costruzione di un penitenziario: una proposta caduta nel vuoto e nata dalla speranza di alimentare l'asfittica economia locale, oggi testimoniata dall'abbandono della maggior parte delle case costruite ai piedi della poderosa roccia fortificata.   

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